Nel bisbiglio del vento
Rincasando il ragazzo si sentì oltremodo soffocare, e più allentava il nodo alla cravatta nera più il groppo in gola si faceva stretto.
Comprese realmente quando dal cortile non avvertì l’odore del tabacco, e mentre stava per lasciarsi cadere sulle ginocchia, il suo sguardo madido fu avvinto dal cigolio dell’imposta della soffitta schiaffeggiata dal vento. Era lì che era solito rimbucarsi da bambino quando le cose non andavano per il verso giusto.
Tutto appariva diverso, più piccolo e impolverato, ma la sua cassetta dei segreti era sempre lì. L’aveva quasi scordata. Aprendola, qualcosa gli sembrò non appartenergli. C’era una lettera scritta a macchina, che quasi gli sfuggì per un’improvvisa folata.
“Figlio, in questo modo non potrai interrompermi. E se sei qui vuol dire che alla tua prossima festa di compleanno non ci sarò ad abbuffarmi di canapè.
Ho avuto un’esistenza serena e tranquilla, anche se alla vita ho dovuto pagare lo scotto di ogni piccolo errore. L’amore di una donna eccezionale, instancabile. E un lavoro rispettabile che ci ha permesso di tirare avanti.
Ma avrei desiderato fosse diverso, avrei voluto vivere di poesia.
E che ci fosse stata lei con me, che non ho mai davvero conosciuto. Perché gli occhi non hanno frangiflutti, e il suo sguardo è quel moto ondoso che è andato progredendo in ogni mio attracco.
Quel punteruolo che ora senti infilato nel cuore ti sembra un dolore insoffribile, ma poi verrà il vuoto che lascia quando lo togli. Ma sei un bravo ragazzo, e capirai che il vuoto fa paura solo a chi vuole riempirlo a tutti i costi”.
Asciugò gli occhi, e gli sembrò di sentire una carezza con il bisbiglio del vento.
Comprese realmente quando dal cortile non avvertì l’odore del tabacco, e mentre stava per lasciarsi cadere sulle ginocchia, il suo sguardo madido fu avvinto dal cigolio dell’imposta della soffitta schiaffeggiata dal vento. Era lì che era solito rimbucarsi da bambino quando le cose non andavano per il verso giusto.
Tutto appariva diverso, più piccolo e impolverato, ma la sua cassetta dei segreti era sempre lì. L’aveva quasi scordata. Aprendola, qualcosa gli sembrò non appartenergli. C’era una lettera scritta a macchina, che quasi gli sfuggì per un’improvvisa folata.
“Figlio, in questo modo non potrai interrompermi. E se sei qui vuol dire che alla tua prossima festa di compleanno non ci sarò ad abbuffarmi di canapè.
Ho avuto un’esistenza serena e tranquilla, anche se alla vita ho dovuto pagare lo scotto di ogni piccolo errore. L’amore di una donna eccezionale, instancabile. E un lavoro rispettabile che ci ha permesso di tirare avanti.
Ma avrei desiderato fosse diverso, avrei voluto vivere di poesia.
E che ci fosse stata lei con me, che non ho mai davvero conosciuto. Perché gli occhi non hanno frangiflutti, e il suo sguardo è quel moto ondoso che è andato progredendo in ogni mio attracco.
Quel punteruolo che ora senti infilato nel cuore ti sembra un dolore insoffribile, ma poi verrà il vuoto che lascia quando lo togli. Ma sei un bravo ragazzo, e capirai che il vuoto fa paura solo a chi vuole riempirlo a tutti i costi”.
Asciugò gli occhi, e gli sembrò di sentire una carezza con il bisbiglio del vento.
Postfazione : forse in questo mio primo racconto vi sono tutti i capricci propri della scrittura che consiglia di evitare uno scrittore vero. Se non ho tenuto il lettore incollato alle parole, mi scuso per avervi sottratto del tempo.
Racconto scritto il 04/03/2019 - 06:39
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Voto: | su 3 votanti |
Commenti
Bravo, Mastro! Ti sei fatto apprezzare con disinvoltura! Benissimo!
John Sirrom 05/03/2019 - 20:41
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Anche come scrittore sai emozionare. Bellissimo.
Antonio Girardi 05/03/2019 - 11:30
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Invece è molto bello e poetico. Se è veramente il primo racconto, sei molto bravo!
Teresa Peluso 04/03/2019 - 23:34
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Nn ti smentisci
Sai scrivere di tutto e con grazia e profondità di pochi.
Chissà, quel padre avrebbe potuto tacere i suoi sogni, ma l'onestà di un uomo che parla ad un altro uomo, gli ha concesso di dire l'indicibile con delicata determinazione. È un: "vivi, nn accontentarti di esser vivo, ma vivi, figlio mio"
Straordinario
Sai scrivere di tutto e con grazia e profondità di pochi.
Chissà, quel padre avrebbe potuto tacere i suoi sogni, ma l'onestà di un uomo che parla ad un altro uomo, gli ha concesso di dire l'indicibile con delicata determinazione. È un: "vivi, nn accontentarti di esser vivo, ma vivi, figlio mio"
Straordinario
laisa azzurra 04/03/2019 - 20:27
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Eh, no! Tempo speso bene.
Quegli occhi senza frangiflutti e il moto ondoso dello sguardo....
Racconto molto poetico.
Un saluto
Quegli occhi senza frangiflutti e il moto ondoso dello sguardo....
Racconto molto poetico.
Un saluto
Loris Marcato 04/03/2019 - 08:21
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Un racconto breve ma un concentrato di emozioni che il lettore vive insieme al protagonista. La certezza di quel dolore che cresce con la lettura della lettera, con quella frase sul punteruolo infilato, tanto eloquente da non poterla mascherare con altre ed indorate parole.
Bello, mi è piaciuto tanto!
Bello, mi è piaciuto tanto!
Millina Spina 04/03/2019 - 08:20
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