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Facebook: un abbeveratoio comune accessibile a tutti. Un enorme giardino pieno di zebre, giraffe, calabroni, api e farfalle ed altre specie animali. In questo enorme e teorico pozzo; i cavalli si dissetano, qualche pavone si specchia, gli uccellini bevono a piccoli sorsi e gli elefanti con la loro grossa proboscide irrigano qualche sterile campicello circostante. Molti preferiscono osservare in silenzio: si accontentano degli schizzi che di tanto in tanto ricevono sul viso da qualche giraffa dal collo lungo. Gli ippopotami e qualche maiale, sguazzano in qualche pozzetta di fango che si è formata nelle aree circostanti e le solite oche starnazzano alla vista di qualche pavone che mostra la coda. Molti parlano del più e del meno e alcuni fanno il verso a chi tace. Ci sono scimmie dispettose, iene che se la ridono e avvoltoi e leoni pronti ad azzannare e sbranare qualche sprovveduta gazzella sfuggita al branco. È un mondo virtuale dal quale si attinge spesso senza mostrarsi: ci si sente forti perché lo schermo fa da filtro fra se e gli altri. Questo pazzo mondo virtuale, tanto simile a quello reale, che ci fa sentire talvolta forti leoni da tastiera, spesso audaci rapaci, talora piccole galline; pronte a beccare il mangime offerto loro da contadine dalle tasche colme di effimere ed evanescenti briciole. Facebook così astratto, ma al contempo così reale. Così dotto, saccente, generoso, ma anche così arido. Una dimensione parallela in cui due mondi a confronto, si scontrano, si incontrano e si prendono per mano pur mantenendo le distanze. Un mondo che dovrebbe colmare vuoti, ma non toglie la fame e non placa la sete. Facebook: uno specchio che riflette le pochezza di molti. Un mondo dove le parole sostituiscono gli abbracci. Un mondo dove anche il povero indossa la corona ed anche il più negletto impugna lo scettro. Un mondo dove la cattiveria, l'invidia e l'ipocrisia attecchiscono più che nel mondo reale. Si va a briglie sciolte in questa dimensione surreale. Realtà e virtuale; figli di un'unica persona si sdoppiano e danno vita ad un avatar: così che ciò a cui si anela prenda forma e nome. Facebook, un mondo in cui la realtà virtuale prende il sopravvento su quella reale. Un pazzo e schizofrenico mondo fatto di sole immagini, di sole parole. Un mondo in cui ti illudi di avere tutto: una dimensione onirica, dove quel poco che è meglio di niente, ti lascia troppo spesso affamato, assetato e con le mani colme di vuoto. Peccato che quel nulla di cui ci si disferebbe volentieri, troppo spesso venga gustato come pane: un pane senza profumo, senza fragranza, senza sapore. Un pane fatto con metaforiche mani e impastato con un lievito madre che da vita a forme plastiche; pronte a sostituire reali fisicità, piene di sapori e odori; che accarezzando l'anima, nutrono anche il corpo.



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Racconto scritto il 16/03/2020 - 19:34
Da Giovanna Balsamo
Letta n.876 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Un'analisi scritta con lucidità e precisione...Credo ci sia anche qualcosa di buono, ma rimpiazzabile con qualche telefonata in più magari.
Brava a rappresentare la fauna così variopinta!

Grazia Giuliani 17/03/2020 - 18:12

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Interessante e ben scritto, molto ben articolati i pensieri e le opinioni su quel mondo virtuale. Posso dire di condividere in pieno questa tua filosofia, anche se onestamente lo frequento talmente poco da non poter giudicare con obiettività...diciamo che la mia impressione superficiale è analoga alla tua qui espressa. Una domanda, anzi due: tu quanto lo frequenti, e se devi paragonarti a uno degli animali citati, quale saresti?

Giacomo C. Collins 16/03/2020 - 20:03

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