I fiori della primavera sono i sogni dell’inverno raccontati la mattina
L’uomo con sul dito una coccinella della poesia a tema di marzo si lascia scivolare sulle gambe. Ora dorme. La testa ricurva in avanti, nella sfumatura intensa di un’alba che gli pesa sulle spalle.
Il coleottero a piccoli passi torna tra gli alberi sulla tappezzeria. Fino ad ora non era stato molto fortunato. Era uscito di casa per trovare una foglia dove lasciarsi amare da un raggio di sole, non se ne era accorto nessuno.
Aveva altre domande, diverse da quelle dell’uomo. Le fronde mormoravano di una coccinella come lei, solo più vorace, dalla livrea arancione e gialla nel grande bosco lontano che aveva tutta l’intenzione di governare da dove lo sguardo può arrivare… fino a capire quanta sia stata la fortuna di esserci. Un’altalena dondolava da sola, si sentiva smarrita.
Degli abeti secolari non restava niente, se non il ricordo disegnato nel cielo dai petali dei piccoli fiori. I saggi gufi, le vecchie querce continuavano a morire.
Restavano loro, i fiori. Giovani fari capaci di colorare il sole quando cieli cupi ricoprono i pensieri, piccole lucine anche quando è buio.
La coccinella si domandava come potesse un suo simile non darsi cruccio di sfregare incurante le zampette e liberare quel veleno. L’odore repellente era nell’aria.
Lei che porta in giro ogni giorno un cuoricino ovalizzato dal peso dei puntini che hanno lasciato chi legge senza la possibilità di prendere fiato.
Il coleottero a piccoli passi torna tra gli alberi sulla tappezzeria. Fino ad ora non era stato molto fortunato. Era uscito di casa per trovare una foglia dove lasciarsi amare da un raggio di sole, non se ne era accorto nessuno.
Aveva altre domande, diverse da quelle dell’uomo. Le fronde mormoravano di una coccinella come lei, solo più vorace, dalla livrea arancione e gialla nel grande bosco lontano che aveva tutta l’intenzione di governare da dove lo sguardo può arrivare… fino a capire quanta sia stata la fortuna di esserci. Un’altalena dondolava da sola, si sentiva smarrita.
Degli abeti secolari non restava niente, se non il ricordo disegnato nel cielo dai petali dei piccoli fiori. I saggi gufi, le vecchie querce continuavano a morire.
Restavano loro, i fiori. Giovani fari capaci di colorare il sole quando cieli cupi ricoprono i pensieri, piccole lucine anche quando è buio.
La coccinella si domandava come potesse un suo simile non darsi cruccio di sfregare incurante le zampette e liberare quel veleno. L’odore repellente era nell’aria.
Lei che porta in giro ogni giorno un cuoricino ovalizzato dal peso dei puntini che hanno lasciato chi legge senza la possibilità di prendere fiato.
-il titolo è una citazione di Khalil Gibran
Mirko D. Mastro
Racconto scritto il 23/03/2020 - 06:09
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Voto: | su 3 votanti |
Commenti
Complimenti, un bel testo che ho apprezzato
Maria Luisa Bandiera 23/03/2020 - 20:19
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Il filo conduttore di questo testo resta il COVID-19. Nella visione di chi pensa che un suo simile, di un bosco lontano, non si sia dato cruccio di liberare un virus per governare il mondo. Salvando a un certo punto tutti noi dal peso dei puntini che ci stanno lasciando senza la possibilità di prender fiato.
Ma un giorno i fiori della primavera saranno i sogni dell’inverno raccontati la mattina al tavolo degli angeli.
Grazie Anna Maria per avermi dato la possibilità di argomentare. E grazie Giacomo, è sempre un onore maestro ospitarti
Ma un giorno i fiori della primavera saranno i sogni dell’inverno raccontati la mattina al tavolo degli angeli.
Grazie Anna Maria per avermi dato la possibilità di argomentare. E grazie Giacomo, è sempre un onore maestro ospitarti
Mirko D. Mastro(Poeta) 23/03/2020 - 19:06
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Dalla distruzione si salvano i fiori e.....la coccinella a cui mancano i bambini che dondolano sull’altalena, spinti dai nonni ! Dolce racconto, anche se il contesto è drammatico !
Anna Maria Foglia 23/03/2020 - 09:33
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Ulteriore conferma della tua visione poetica della vita e della tua propensione ad "inquinare" brani in prosa con forme, strutture e parole poetiche, armoniche, dotate di forza di pensiero. Bravo.
P.S. bella la fine dell'aforisma: ...raccontati la mattina al tavolo degli angeli.
P.S. bella la fine dell'aforisma: ...raccontati la mattina al tavolo degli angeli.
Giacomo C. Collins 23/03/2020 - 08:42
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