L’amica di penna
…questa storia appartiene a un tempo che non c’è più, quando non ci si parlava con sms e mail.
Io sono un aviatore, ma particolare. Il mio aeroplano di carta percorre sempre gli stessi sogni, e con il vento abbiamo un patto. Il vento ed io abbiamo rispetto per le lettere, amiamo vederle muoversi sulle dita di occhi da stupire con gocce come di pioggia che lasciano cerchi improvvisi sul tavolo da girare col dito e bolle immote sul polpastrello da soffiare.
Per un lunghissimo periodo come solo i bambini ho corso senza nulla chiedermi tra l’uomo che guarda dentro al calamaio e ci vede i capelli di lei, e lei. Sopra un fabbro che…
Devo essermi addormentato, devo aver sognato di volare. Il libro aperto sulle ginocchia. Ho perso il rigo, ecco… “un fabbro che batteva il ferro rovente di una lama chiedendosi se sarebbe stata una buona spada (…) le donne stavano al fiume a lavare i panni chiedendosi se sarebbero diventati bianchi e immacolati”.
Così il vento quando mi vede passare le canne non le piega, ma le suona. Per non mettermi paura.
Mi piacciono le lettere. Mi è sempre piaciuto immaginare dalla carta e dalla calligrafia come vive lui, chi è lei. Lei nella sua bella casa di città toglie il francobollo con le unghie curate e lo incolla sul cuore, e scrive qualcosa con la matita tra i capelli. Non conta per i pensieri, “inseguiti da cani festanti che, pur senza capire, si univano al gioco” delle parole, sapere che “un contadino seminava il suo campo chiedendosi se sarebbe stato un buon raccolto” con una lettera nella tasca da spedire.
La poltrona mi avvolge… continuo a perdere il rigo, devo essermi di nuovo assopito.
Domani troverò un momento per scriverle.
La busta da segnalibro nelle pagine che si chiudono da sole, ancora un’ultima frase…
“Nessuno riuscì a vedere la piuma perché nessuno aveva tempo a sufficienza per alzare gli occhi al cielo e riuscire anche solo a guardarla”
…scendere piano sul tavolo di lei nel calamaio con la lettera e il mio aeroplano di carta.
-“…” La piuma, Giorgio Faletti
Mirko D. Mastro
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Molto bravo.
Il vento parla e spiega le ali di un cuore, così come quello di un aeroplano..
Lettere che emozionano, tanto da far abbassare gli occhi, perché gli altri non vedano l'emozione dell'inchiostro sulle dita...
Cosa c'è di male, del resto?
Sono solo parole che viaggiano sulle nuvole cariche di pioggia e che si spingono fino ai suoi capelli...
In città, ora, un profumo di grano...