Stelle filanti (Benvegnuu Debora, e a voi Fabio e Sergio)
Soffio attraverso il rotolo di strisce di carta colorata e quelle, arrotolate su se stesse, si lanciano in aria e ci Balzello lasciando a voi variopinte spirali nella caduta.
Non sono solo musica, sono carezza
“San piangere/ San ridere/ Ma soltanto con la mascherina/ Hai gli occhi color lillà/ Strani come quelli di una gatta./ Io porto un abito/ Rappezzato come la mia vita.”
In questo periodo dell’anno mi accompagna mia moglie Cecca. Mi presento vestito di un cappello a tre punte sopra una parrucca col codino, una lunga giacca con un gilet fiorito giallo sopra una camicia bianca, pantaloni corti al ginocchio e verdi, calze a righe bianche e rosse, e infine scarpe nere con fibbie. Sul palcoscenico con la Compagnia degli Accesi di Colombina sono il padre, fratello di Brighella. Son padrone, mercante e contadino. Stolto e fanfarone son Beltrame de la Gippa, compare furbo e astuto. Per voi solo Beltrame, Debora. Fabio e Sergio (benvenuti Ostigh Debora, Bruschi Fabio e Melchiorre Sergio). A voi mi mostro più signore di quanto io non sia.
In questo periodo di cielo foglie come stelle filanti nel vento che gioca con capelli imbrattati di coriandoli, gote arrossate.
Febbraio, due cuori e una maschera. Mese di baci in costume e dolci scherzi.
E il carnevale si tinge di giovani schiamazzi.
“Sei una marionetta/ Che non sa neppure/ Quel che fa/ Ma se sorridi…”
Non sono solo musica, sono carezza
“San piangere/ San ridere/ Ma soltanto con la mascherina/ Hai gli occhi color lillà/ Strani come quelli di una gatta./ Io porto un abito/ Rappezzato come la mia vita.”
In questo periodo dell’anno mi accompagna mia moglie Cecca. Mi presento vestito di un cappello a tre punte sopra una parrucca col codino, una lunga giacca con un gilet fiorito giallo sopra una camicia bianca, pantaloni corti al ginocchio e verdi, calze a righe bianche e rosse, e infine scarpe nere con fibbie. Sul palcoscenico con la Compagnia degli Accesi di Colombina sono il padre, fratello di Brighella. Son padrone, mercante e contadino. Stolto e fanfarone son Beltrame de la Gippa, compare furbo e astuto. Per voi solo Beltrame, Debora. Fabio e Sergio (benvenuti Ostigh Debora, Bruschi Fabio e Melchiorre Sergio). A voi mi mostro più signore di quanto io non sia.
In questo periodo di cielo foglie come stelle filanti nel vento che gioca con capelli imbrattati di coriandoli, gote arrossate.
Febbraio, due cuori e una maschera. Mese di baci in costume e dolci scherzi.
E il carnevale si tinge di giovani schiamazzi.
“Sei una marionetta/ Che non sa neppure/ Quel che fa/ Ma se sorridi…”
“…” Gino Paoli, Maschere
Correvano i giorni dieci, undici e dodici febbraio del corrente anno, rispettivamente un mercoledì, un giovedì e un venerdì. Siete entrati a far parte di OS con ‘Certezza’, sulla radiosità e le sfumature di una bella penna; con ‘Non dimenticarmi mai’ e ‘La Parigina’.
Smessi i panni del ‘meneghino’… come vi dissi, avevo voglia di accogliere.
Racconto scritto il 25/02/2021 - 04:15
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Voto: | su 2 votanti |
Commenti
Si, bello e affascinante viaggio tra e maschere fatto con minuziosa ricerca.
Maria Luisa Bandiera 25/02/2021 - 09:02
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Continua il tuo viaggio tra le maschere e la generosità nell’accoglienza di nuovi autori.
Ho apprezzato molto la citazione di Gino Paoli che sembra rispecchiare a volte la vita di ognuno di noi.
...grazie per il commento pieno di calore
Ho apprezzato molto la citazione di Gino Paoli che sembra rispecchiare a volte la vita di ognuno di noi.
...grazie per il commento pieno di calore
Anna Maria Foglia 25/02/2021 - 08:30
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