Quanti ricordi svaniti, a passo d‘uomo, con l'auto viaggiare con gli occhi di uno sconosciuto; ma pian piano echi lontani riaffiorano, ora in questa curva, in questo salice divenuto enorme, davanti questo vecchio fontanile; quante zanzare si posano sulle sue alghe verdi, quante se ne posavano dopo aver giocato a calcio nel campetto, su quel colle, nell‘estate ci lavavamo i piedi, e come era immobile quel serpente morto nella sua acqua, allungando i piedi e fuggendo credendo che fosse vivo. Il bastone scuro di zio Mimmo è ancora appeso alla piccola finestra quadrata della sua cantina, con le inferriate in ferro vecchio; l'ha lasciata lì prima di morire, ma le sue sigarette N80 le ha finite, sicuramente sul buco appena sopra non ci sono, ma non sono solo in macchina, non andrò a controllare, anche se tornerò a piedi lo farò. Il forno ha la porta socchiusa; un ricordo esaltante di profumo di pane caldo, o in cottura, alle otto di mattina a primavera, mi investe la mente; guardandoci negli occhi per controllare quanti spicci avevamo, e mangiare per strada un pezzo di pizza bianca da forno, calda, morbidissima, profumatissima. Avvolte su quella piazzetta dove siamo cresciuti, ( classe 79 ), seduti vicino alla finestra nel bar, davanti ad un bicchiere di vino rosso, apprestandosi un leggero temporale, scorrono le ombre dei ricordi di tanti amici andati via, e forse chissà sarebbe servito il vino rosso amaro di mio nonno, solo che sarebbe stato difficile rubarglielo, e fuggire dalla piccola finestra del suo bagno.
Racconto scritto il 04/12/2021 - 17:21
Letta n.454 volte.
Voto: | su 1 votanti |
Commenti
Nessun commento è presente
Inserisci il tuo commento
Per inserire un commento e per VOTARE devi collegarti alla tua area privata.