Eccomi.
Sono qui.
Viva.
Mi guardo intorno, con gli occhi curiosi di una bambina che vuole vedere cosa siamo.
Cosa vedo?
Tante anime, ombre confuse, sfocate.
Ci sono anime che si mescolano ad altre, perché distinguersi fa troppa paura.
Ci sono anime che non riescono a vedere la loro luce meravigliosa, si odiano, si fanno male.
Ci sono anime piene di crepe, che perdono pezzi.
Alcune hanno la forza di raccoglierli e di metterli insieme.
Le cicatrici rimango, sono storia, la nostra storia.
Ma si va avanti.
A volte ci si trascina, a poco a poco, sino a sollevarsi del tutto.
A volte la sensazione di sprofondare, di essere inghiottiti, di rimanere fermi, mentre tutto è fermo; è grande.
A volte si corre, si scappa, si spera di dimenticare tutto e che i problemi non siano così veloci da raggiungerti.
Ma sono sempre veloci, più veloci.
Finché non li affronti, finché non cuci il tuo corpo.
La carne soffre, gli aghi lacerano.
Ma si va avanti.
Si deve andare avanti.
Quanto ci può dire un corpo della nostra storia?
Tutto.
E nulla.
Sì, un corpo può essere reticente, ma le nostre labbra scelgono a chi sussurrare.
Sì, un corpo può essere spezzato, ma i nostri occhi scelgono su chi posarsi, di nuovo.
Ancora, e ancora.
Sì, un corpo può cambiare, ma la mente sarà stabile? Dev'essere stabile.
Mi guardo intorno, vedo le altre anime, e vedo la mia, di anima.
Non è perfetta.
Ansima, si aggrappa con tutte le sue forze, vuole raggiungere la superficie, la luce.
Ma come posso sapere se è davvero la luce ciò che voglio, se non so nemmeno come sia, la luce?
E quando ne afferro un piccolo spiraglio, una scintilla piccolissima, non mi basta.
Non mi basta mai.
Ne voglio ancora.
Ne voglio di più.
Così ricado giù, nel buio, avvolta in una coperta di tenebre.
Perché forse, l'oscurità è più comoda della luce abbagliante.
Siamo tutte anime sfocate, che fingono di essere nitide.
Siamo tutte anime, alla ricerca di altre anime.
Io ho trovato te, il mio male peggiore.
Hai lacerato la mia carne, hai lasciato il tuo segno, indelebile come l'inchiostro.
Hai bruciato il mio cuore, così che io non possa più sentire nulla.
Hai rubato i miei pensieri, un angolo remoto della mia mente.
E ti odio, perché tra tutta la confusione
di anime, di ombre
riconoscerò sempre la tua, di anima.
Una mano
si tende
nel vuoto
e ti cerca.
Ora.
Domani.
Sempre.
Sono qui.
Viva.
Mi guardo intorno, con gli occhi curiosi di una bambina che vuole vedere cosa siamo.
Cosa vedo?
Tante anime, ombre confuse, sfocate.
Ci sono anime che si mescolano ad altre, perché distinguersi fa troppa paura.
Ci sono anime che non riescono a vedere la loro luce meravigliosa, si odiano, si fanno male.
Ci sono anime piene di crepe, che perdono pezzi.
Alcune hanno la forza di raccoglierli e di metterli insieme.
Le cicatrici rimango, sono storia, la nostra storia.
Ma si va avanti.
A volte ci si trascina, a poco a poco, sino a sollevarsi del tutto.
A volte la sensazione di sprofondare, di essere inghiottiti, di rimanere fermi, mentre tutto è fermo; è grande.
A volte si corre, si scappa, si spera di dimenticare tutto e che i problemi non siano così veloci da raggiungerti.
Ma sono sempre veloci, più veloci.
Finché non li affronti, finché non cuci il tuo corpo.
La carne soffre, gli aghi lacerano.
Ma si va avanti.
Si deve andare avanti.
Quanto ci può dire un corpo della nostra storia?
Tutto.
E nulla.
Sì, un corpo può essere reticente, ma le nostre labbra scelgono a chi sussurrare.
Sì, un corpo può essere spezzato, ma i nostri occhi scelgono su chi posarsi, di nuovo.
Ancora, e ancora.
Sì, un corpo può cambiare, ma la mente sarà stabile? Dev'essere stabile.
Mi guardo intorno, vedo le altre anime, e vedo la mia, di anima.
Non è perfetta.
Ansima, si aggrappa con tutte le sue forze, vuole raggiungere la superficie, la luce.
Ma come posso sapere se è davvero la luce ciò che voglio, se non so nemmeno come sia, la luce?
E quando ne afferro un piccolo spiraglio, una scintilla piccolissima, non mi basta.
Non mi basta mai.
Ne voglio ancora.
Ne voglio di più.
Così ricado giù, nel buio, avvolta in una coperta di tenebre.
Perché forse, l'oscurità è più comoda della luce abbagliante.
Siamo tutte anime sfocate, che fingono di essere nitide.
Siamo tutte anime, alla ricerca di altre anime.
Io ho trovato te, il mio male peggiore.
Hai lacerato la mia carne, hai lasciato il tuo segno, indelebile come l'inchiostro.
Hai bruciato il mio cuore, così che io non possa più sentire nulla.
Hai rubato i miei pensieri, un angolo remoto della mia mente.
E ti odio, perché tra tutta la confusione
di anime, di ombre
riconoscerò sempre la tua, di anima.
Una mano
si tende
nel vuoto
e ti cerca.
Ora.
Domani.
Sempre.
Racconto scritto il 18/01/2022 - 14:44
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