Ancora in Viaggio (Terzina prima… di diradarsi) -6a tappa
Il salotto itinerante ferma quest’oggi nella vivace Bologna rinascimentale con le sue torri pendenti medievali.
Viaggiano con me in poltrone di varia foggia le ombre di Nicola e Paola, quella di Marco, la sagoma nitida di Adriano. E Mirella. Mi sono sempre piaciute le ombre senza il fardello dei dettagli. E le qualità dei dettagli. Ma preferisco di gran lunga la presenza.
Sotto il voltone del Palazzo del Podestà in Piazza Maggiore, tuffandoci nel passato potremmo giocare al telefono senza fili: disponendovi all’angolo diametralmente opposto al mio, comincerò a sussurrare rivolto verso il muro… nonostante la distanza potrete sentirmi forte e chiaro. Questo trucchetto anticamente serviva ai frati per confessare i lebbrosi senza correre il rischio di un contagio.
Per te ho scelto la Terza rima che si può avere anche di decasillabi, detta Terzina dantesca quando i versi sono endecasillabi; è la strofa principale della metrica italiana con una sequenza di rime ABA BCB CDC DED
Nel mentre scriverò…
Dinanzi a sfioritura d’un solo
loto mi parrà di guardarmi allo
specchio, la notte cala sull’assiolo.
Addolcisti in un ultimo ballo
i pendii miei con gentil riserbo
quando è più ampia l’onda del giallo
di quella del viola che fa da gambo
all’azzurro tinto di rosso triste.
Volge la sera con il suo lembo…
Fredde fattezze, la luna insiste;
e stelle nell’ultima notte muta
paiono lacrime, così disposte.
Allora Anna, prenderai posto accanto a me?
L’ispettore del racconto giallo, col curapipe e il suo pigino nella tasca del paltò, appunta sul taccuino: Paradiso, Canto XXXIII
Ma già volgeva il mio disìo e il velle,
sì come rota ch'igualmente è mossa,
l'Amor che move il sole e l'altre stelle
Corre l’anno 2022, invito a salire in carrozza per Cenni Anna.
Dite con me, amici: <Ispettore, quel D. Mastro è innocente. Gli lasci proseguire il viaggio…>.
A cassetta mi sta seduto accanto un album di ricordi con le fotografie di chi è stato con me nel precedente viaggio da sfogliare con quello stupore nel guardare al lavoro el cavallant, colui che si occupava del rimessaggio e guidava i cavalli nel trascinamento dei barconi… in Toscana calafato. E lo scrivo dietro alla foto sfocata di G. Ballantini.
Tra i suoi compiti vi era quello di indirizzare i cavalli lungo il porto, badando che il trascinamento dei barconi contro corrente avvenisse senza toccare le sponde; quelle sponde che fissavano il cielo con sguardo meravigliato. Un poco di dolcezza non guasta.
Ah, se tornassero i brumisti…
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Ciao Mirko
Ognuno lascerà un dono da ricordare, da far emozionare, e questo il poeta lo sa, perciò scrive, non è il suo fine, ma il percorso!
Bravo Mirko
Grazie per aver riportato il pensiero iniziale.
Scegli la poltrona che più ti piace, e mettiti comoda...
Par poco se ti vol, o anca par gnente.
Sciao, come che se dizeva a Venessia.
Un saluto