Li vedremo presto anche qui, “nell’italietta dei furbetti” i famosi “sorci verdi”.
Ce li farà vedere il conflitto in corso, che tutti i giornali vogliono minimizzare, ma che di fatto è già la terza guerra mondiale.
Gli attriti tra le parti in causa si stanno allargando a macchia d’olio, tutto il mondo è ormai cosparso di odio strisciante, e come la benzina, basta una piccola scintilla, che divamperà l’incendio del secolo.
L’Italia naturalmente in prima linea a volere una pace che non c’è, mandata dall’Europa allo sbaraglio, come alla corrida, vaso di coccio in mezzo a vasi di ferro di manzoniana memoria.
Così ci ritroviamo, col nostro cicaleccio, a gestire una situazione che dire drammatica è un eufemismo.
Non abbiamo più risorse agricole adeguate a causa della politica europea della “misura della curva del cetriolo” e del “diametro delle cozze”, perché acquistiamo tutto dall’estero: grano, zucchero, mais, latte, pesce, carne, formaggi, e, (vergogna delle vergogne) arance, olio, conserve e pomodori.
Dulcis in fundo, le merci acquistate all’estero vanno pagate “cash”, ma noi italiani siamo anche senza soldi!
Chi ci farà credito in futuro, in tempi difficili come questi?
Non abbiamo più le grandi aziende produttive perché dislocate all’estero, così acquistiamo anche le automobili, abbiamo chiuso le acciaierie e le aziende di supporto alla grande industria, abbiamo distrutto il piccolo artigianato e il piccolo commercio, linfa vitale della società; non abbiamo costruito nemmeno bacini idroelettrici, in grado di produrre l’energia tanto necessaria.
Con i cortei no-vax, no-tav, no-gas, no-centrali nucleari, no-carbone, arcobaleni vari ecc. abbiamo distrutto il tessuto produttivo che ci avrebbe permesso di essere parzialmente autonomi dall’estero.
Così ci troviamo ai nostri confini, sia da est che da ovest, circondati di centrali nucleari, che - per la bella gente italica – in caso di incidente il “fumo” sprigionato non verrà sospinto verso il nostro Paese, ma sicuramente … (sic!) si girerà dall’altra parte !!!
Probabilmente ci verrà consegnata a breve la famosa “tessera”, in vigore ai tempi del fascio, perché presto ci potrebbe essere il razionamento dei prodotti alimentari, e, ciliegina sulla torta, forse anche dell’acqua, per la siccità che ci perseguita da anni e che ormai è diventata endemica, preludio alla desertificazione del nostro territorio che, ricordiamocelo, è alle porte del Sahara.
Ce li farà vedere il conflitto in corso, che tutti i giornali vogliono minimizzare, ma che di fatto è già la terza guerra mondiale.
Gli attriti tra le parti in causa si stanno allargando a macchia d’olio, tutto il mondo è ormai cosparso di odio strisciante, e come la benzina, basta una piccola scintilla, che divamperà l’incendio del secolo.
L’Italia naturalmente in prima linea a volere una pace che non c’è, mandata dall’Europa allo sbaraglio, come alla corrida, vaso di coccio in mezzo a vasi di ferro di manzoniana memoria.
Così ci ritroviamo, col nostro cicaleccio, a gestire una situazione che dire drammatica è un eufemismo.
Non abbiamo più risorse agricole adeguate a causa della politica europea della “misura della curva del cetriolo” e del “diametro delle cozze”, perché acquistiamo tutto dall’estero: grano, zucchero, mais, latte, pesce, carne, formaggi, e, (vergogna delle vergogne) arance, olio, conserve e pomodori.
Dulcis in fundo, le merci acquistate all’estero vanno pagate “cash”, ma noi italiani siamo anche senza soldi!
Chi ci farà credito in futuro, in tempi difficili come questi?
Non abbiamo più le grandi aziende produttive perché dislocate all’estero, così acquistiamo anche le automobili, abbiamo chiuso le acciaierie e le aziende di supporto alla grande industria, abbiamo distrutto il piccolo artigianato e il piccolo commercio, linfa vitale della società; non abbiamo costruito nemmeno bacini idroelettrici, in grado di produrre l’energia tanto necessaria.
Con i cortei no-vax, no-tav, no-gas, no-centrali nucleari, no-carbone, arcobaleni vari ecc. abbiamo distrutto il tessuto produttivo che ci avrebbe permesso di essere parzialmente autonomi dall’estero.
Così ci troviamo ai nostri confini, sia da est che da ovest, circondati di centrali nucleari, che - per la bella gente italica – in caso di incidente il “fumo” sprigionato non verrà sospinto verso il nostro Paese, ma sicuramente … (sic!) si girerà dall’altra parte !!!
Probabilmente ci verrà consegnata a breve la famosa “tessera”, in vigore ai tempi del fascio, perché presto ci potrebbe essere il razionamento dei prodotti alimentari, e, ciliegina sulla torta, forse anche dell’acqua, per la siccità che ci perseguita da anni e che ormai è diventata endemica, preludio alla desertificazione del nostro territorio che, ricordiamocelo, è alle porte del Sahara.
Racconto scritto il 19/03/2022 - 21:39
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Commenti
Speriamo non sia tutto così.
mario Righi 20/03/2022 - 17:33
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Mi associo al commento di Anna: tutto tremendamente vero!
Maria Luisa Bandiera 20/03/2022 - 13:37
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Tutto tremendamente vero!! Un saluto!
Anna Cenni 20/03/2022 - 10:23
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