Giustezza palesata- Alinea I
Son qui da talmente tanto tempo, che nemmeno ricordo…
In quella notte giudaica,
sotto un cielo fulgido
e per nulla coperto
Giove e Saturno in una sola orbita
mostravano pastori e greggi
che ancora dormivano all’aperto.
In quel tredici novembre
dell’anno sette avanti cristo
il mio babbo, edile in Betlemme,
bussò alla bottega di Giuseppe per
annunziare al marangone la paternità:
basito, imboccò la viuzza lemme.
Se ti piace far credere cadesse
la neve fa pure, che fosse
il venticinque dicembre dell’anno zero.
Ma stavi nel magazzeno
del padre mio, in un caldo covile.
Lo so, perché io c’ero.
-Dentro queste Cronache azzimate da poema in sei alinee, la fede come a volte accade non è che il motivo addotto a discolpa di ben altro.
Non chiede altro l’autore che la pazienza dell’attento lettore…
Racconto scritto il 31/01/2023 - 21:30Voto: | su 3 votanti |
Mirko D. Mastro
01/02/2023 - 11:42 
Ernesto D’Onise
01/02/2023 - 11:29 
Maria Luisa Bandiera
01/02/2023 - 08:26 Complimenti sempre, Mastro Poeta!

Marina Assanti
31/01/2023 - 23:52 Io misera dico..beati coloro che hanno fede perché è così più facile vivere. Tu invece scrivi...
Che neppure Freud potrebbe sognare
ma almeno tu fai sognare.

Anna Cenni
31/01/2023 - 23:15 I saggi dicevano che il ripetersi di quell'accadimento successo nei tempi di Davide, indicava che era arrivato il figlio di Davide profetizzato dai profeti, e negli ultimi tempi anche dalla Sibilla Cumana e da Magi d'oriente era nato.
Forse quegli uomini morirono prima di avere conferma.
Ma quello che gli Ebrei chiamavano Messia, e noi dal greco: Cristo; era arrivato davvero in quell'arcana notte.
Aquila Della Notte
31/01/2023 - 23:07




