I fantasmi del passato
Quella sera stava riflettendo Luciana andando con la mente in un viaggio a ritroso dei vari passaggi della sua vita.
Il pensiero torna sempre all'imbrunire prima del sonno e probabilmente serve anche a creare quei sogni che lievi s’appoggiano al cuore cullandolo dolcemente. Ricordare fa male a volte, ma è anche difficile dimenticare ed allora l’inconscio s’inventa il sogno, dove l’anima può dialogare con l’inverosimile, donandole quel respiro che ogni tanto le veniva a mancare durante il giorno.
Era appunto una di quelle sere in cui faticava a prender sonno e seguendo la scia dei suoi pensieri, Luciana si trovava catapultata in quel giorno, ora lontano, che aveva lacerato il suo cuore nel peggior modo umanamente possibile. Era da poco iniziato il mese di ottobre con l’autunno che già si mostrava in tutti suoi splendidi colori a far da protagonista insieme alle albe ed i tramonti che affascinano in un tripudio di caldi colori giallo/arancio fino a sfociare in rossi vivi.
Rifletteva Luciana mentre così si consolava: - l’autunno incarna in sé il morire del tempo, gioca il suo ruolo di abbandono nel mondo; tutto nasce, cresce, vive e poi muore anche nell'autunno della vita, chi prima e chi dopo, tutti raggiungono quella meta. In natura succede anche che un frutto cada a terra prima ancora di maturare e pensando al frutto a noi pare quasi una normalità, lo si da per scontato che faccia parte del normale percorso della vita! -
-E rifletteva ancora- Ma non è vero!..... nella vita umana, l’adolescenza non dovrebbe far parte di quella situazione, si ritrovava a ripetere mentalmente Luciana!
La vita dona e la vita toglie: questa purtroppo è la triste realtà!
E quel terribile giorno salutava quel suo unico figlio adolescente da poco affacciatosi alla vita, lo aveva salutato al mattino con l’abbraccio di sempre nella sua normalità …. poi nel tardo pomeriggio …. in un attimo le crollava addosso il mondo intero. Il telefono che suona …. una parola che non avrebbe mai voluto sentire …. una corsa in ospedale …. e poi … il nulla totale.
Il crudele destino aveva gettato le sue carte sul tavolo della sua esistenza senza bussare!
Si ritrovò anche a pensare ad un avvenimento accaduto all'inizio di quel mese quando la svegliò in piena notte il richiamo agitato di suo figlio che le diceva che c’era un uomo in camera sua vicino al suo letto e lei senza alzarsi dal letto situato nella camera adiacente, gli disse:
“è un incubo figlio mio, accendi la luce e vedrai che scompare” ma dopo un attimo …
“mamma ho acceso la luce ma è sempre qui, lo vedo ancora, è vestito con una tunica verde e ha cappuccio sul capo” le disse il figlio.
“chiudi e riapri gli occhi e vedrai che scompare” aggiunse Luciana accendendo anche il suo paralume e si alzò per andare a vedere.
“mamma adesso se ne è andato, è uscito dalla finestra!” le disse il figlio.
Quando Luciana arrivò sulla soglia della stanza, in effetti non c’era nessuno ma si fermò perplessa a guardare la finestra con i vetri chiusi che aveva anche le sbarre …. suo figlio agitato, si era ora preso paura e stranamente per un adolescente le chiese se poteva continuare a dormire nel letto con lei, lei concedendoglielo pensò ad uno strano incubo.
Qualche anno dopo si ritrovò Luciana a ripensare a quello stesso strano avvenimento mentre stava leggendo un racconto scritto da due coniugi che , scrivevano, di riuscire ad uscire dal corpo e a fare dei viaggi astrali durante i quali un essere dalle sembianze azzurrine con indosso una lunga tunica azzurra li accompagnava a visitare e a spiegare loro i mondi dell’anima.
La prima tappa che fecero fu quella nella stanza “della vita e della morte” dove veniva preparata l’anima nel passaggio verso la sua incarnazione fino ad entrare in una nuova nascita sulla terra. Quello che videro fu un ampio locale con tanti tavoli sparsi sui quali erano sdraiati esseri in forma evanescente che parevano dormire, erano circondati da tanti esseri vestiti di una lunga tonaca di colore verde pallido che assistevano ed aiutavano le anime nel passaggio. L’essere azzurrino spiegò loro che quello che noi chiamiamo vita non è altro che l’apparente morte dell’anima nei mondi delle anime. Di conseguenza, diceva, quella che in terra viene chiamata “morte” non era altro che la rinascita nei mondi dell’anima.
Luciana trovò in quel libro un nesso tra quello che era successo quella volta al figlio, impressionata ora di quell'essere che suo figlio aveva minuziosamente descritto e visto nella sua stanza ai piedi del letto e poi uscito da una finestra con le sbarre ed i vetri chiusi.
Nostalgicamente sospirò pensando che probabilmente quando lei sentiva vicino la presenza di quel figlio tanto amato, probabilmente era proprio lui in altra forma che le faceva sentire la sua costante presenza.
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E siamo in due, hanno attestato anche me con "I frollinacci"
Scrittura creativa che merita cinque stelline e di essere annoverato tra i big del mese di Novembre.
Senza dubbio un racconto di valore, stilisticamente da promuovere anche grazie ad un incipit che non scopre tutte le sue carte dando quel senso di "sospeso". Il costrutto viene svelato a poco a poco dando origine a significativi comparti. Come in un film è come se il racconto si avvale di un montaggio.
(segue disamina)
(segue)
Vorrei aggiungere che questo racconto non è inventato ma corrisponde (cambiando il nome) ad una storia vera veramente accaduta.