Nel lontano e profondo oriente c’era chi scrutava il cielo e gli antichi manoscritti alla ricerca della conoscenza. Un gruppo di, chiamali astronomi, maghi, saggi avvistarono nel cielo un corpo celeste più luminoso di altri, le antiche scritture parlavano di un segno regale, un annuncio di nascita di re. Ognuno dal suo paese si mise in viaggio, tale era la curiosità di conoscere dove il segno portava. Capitò che, segno del destino, le carovane si incontrarono ed il viaggio divenne uno. L’ignoto era davanti a loro, ma la stella era presenza fissa e li guidava. Durante il cammino mettevano in comune il loro sapere ed il fuoco dell’amicizia. Nelle fredde notti del deserto condividevano l’ansia di conoscere dove la stella li avrebbe portati. Una luminosa alba fece intravvedere loro le prime case, erano arrivati? Messaggeri a cavallo li invitarono a palazzo: re Erode aveva saputo del loro arrivo ed era curioso di sapere da dove venivano e dove questa grande carovana stava andando. Loro candidamente risposero e anzi chiesero ai saggi di corte se conoscevano dove era il luogo, teatro di nascita di re. Erode si mise in allarme: quale re avrebbe minacciato il suo trono? Furbescamente li invitò a proseguire la loro ricerca ed anzi ad informarlo, certamente si sarebbe unito all’omaggio verso questo regal bimbo. I magi si rimisero in cammino, la stella offuscata dall’incontro con Erode, era nuovamente con loro; poco ormai mancava, ma il sonno di quella notte fu agitato e foriero di tristi presagi. Le scorte si stavano oramai esaurendo, ma la tanto agognata meta era finalmente davanti a loro. Che cosa poteva esserci in quella modesta abitazione? Una volta entrati trovarono un bambino bellissimo, sua madre impressionata dall’arrivo di si tali personaggi, lo teneva in braccio, Giuseppe mise giù gli attrezzi da lavoro (era falegname) e li accolse, scusandosi della modestia della sua dimora. Poteva offrir loro solo del latte appena munto; i magi invece, pervasi da sensazioni indescrivibili ed emozionati, con un cenno del capo fecero entrare i loro doni e li deposero ai piedi del Bambino: l’incenso per dare lode, l’oro segno di regalità e la profumata mirra. Non tornarono più da Erode: avevano compreso il turbamento notturno e cambiarono strada. Forse non avevano compreso appieno che avevano vissuto un grande evento, certamente però, quell’Evento aveva cambiato le loro vite.
Opera scritta il 23/12/2020 - 21:31
Da Ivana Piazza
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