Nella
panchina
verde che di buon ora pareva
lo sbadiglio
del prato
trovai rifugio
nell'aspettare.
E sfogliai pagine
imparando dal vento
che voltava le guance di rosse foglie a terra.
Improvvisa fu la tua presenza
nel mentre l'attenzione
era sparsa
tra piccoli
sassi bianchi rotolati
da
passi e pensieri altrui.
Sedesti accanto con il
bagliore inatteso
di chi nasce all'improvviso.
E fu nel sole
che riconobbi quel delicato calore come mano
posata sulla spalla.
In un respiro lo trovai a dirmi altro:
"anche questa sera salirò ombre
che
cammineranno
mezze tra i muri
e metà per strada".
panchina
verde che di buon ora pareva
lo sbadiglio
del prato
trovai rifugio
nell'aspettare.
E sfogliai pagine
imparando dal vento
che voltava le guance di rosse foglie a terra.
Improvvisa fu la tua presenza
nel mentre l'attenzione
era sparsa
tra piccoli
sassi bianchi rotolati
da
passi e pensieri altrui.
Sedesti accanto con il
bagliore inatteso
di chi nasce all'improvviso.
E fu nel sole
che riconobbi quel delicato calore come mano
posata sulla spalla.
In un respiro lo trovai a dirmi altro:
"anche questa sera salirò ombre
che
cammineranno
mezze tra i muri
e metà per strada".
Chiusi il libro
e di quel sordo
rumore ho
Il ricordo.
Gioii a metà
e di frode mi
sentii nell'aver intrappolato
un raggio di sole
per scrivesse
del suo segreto
tra gli spazi vuoti delle righe.
Poesia scritta il 26/10/2025 - 08:56Letta n.13 volte.
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