L' AMICO VINCENZO
Forse per non pensare, forse per la sua timidezza, forse perché non si sente amato, forse perché si sente solo e abbandonato; perché non vuole essere aiutato, rimane il fatto che è interessato dall’alba al tramonto esclusivamente “Al nettare degli dei”; a quella sola bevanda, che sia bianca o rossa, per lui non fa differenza.
Lo incontro spesso, a volte barcolla, a volte appoggiato ad un muro, sembra che dorme in piedi.
Mi è capitato più volte di incontrarlo quando ritorna nella sua alcova.
Alcune volte sono andato a fargli visita presso la sua casa, “casa” che in realtà, è un tugurio, un letto fatto di cartone e coperte aggrovigliate con cenci sovrapposti.
Cerco di consigliarlo e gli dico di non bere e di non fumare in quella casa, perché la sua luce nella notte, sono dei ceri accesi che raccatta da qualche parte, il suo bagno è all’aria aperta oppure tra i vicoli.
Anche se nei miei confronti ha qualche simpatia, ovviamente non ascolta.
Forse per natura non è molto allegro. E’ un Rumeno arrivato in questa valle da diversi anni. Vincenzo è il suo nome, a volte si esprime a gesti, accompagnato da parole gutturali, appena comprensibili, intercalari monosillabici con cui esprime la sua emotività.
Mi chiedo cosa si possa fare !, Mi domando, anzi ci domandiamo, di chi sia il compito di vigilare, chi dovrebbe prendere decisioni e chi potrebbe trovare soluzioni.
Evitiamo che nel caso arrivi il suo eterno sonno, ci mortifichiamo, ci deprimiamo per la sua dipartita.
Cerchiamo di prenderci ognuno le nostre responsabilità, ovviamente a partire dalle istituzioni, perché la solidarietà non è dare ma agire contro l’indifferenza.
Morale:<<La solidarietà non è dare, ma darsi da fare contro l’ indifferenza >>
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