ti possano esautorare da te stesso
nel maestro e dal libro giusto
con quel nastro che cinge il tuo teschio.
Un osso esce dal tornio
e cesella colle naturali
negli sgorbi di ferro
tra le mura di Notre Dame.
Macilento l’aspetto nel dentro e nel parlare
cerchi lingue umettate da pigiare sul foglio,
un lucore sulle gote appare
e tavole appese sulle cattedrali degli imbecilli
traballano dai chiodi.
Zampilli di vin novello
dalle sudice orecchie e fumi...
e spiriti evanescenti son esantematiche evidenze
che pari a pustole nascono dall’anamnesi del tuo cervello
e sulla facciata gotica che ti porti dietro
si incastonano come lesene.
Finte,
inutili
non reggono e non portano
lì stanno per maschere piacenti
che beneplacito danno e gracidano al tempio di Athena.
Nel tuo neoclassicismo ti deturpi l’effige
e pulpito ti senti
dal quale sproloquio vitupera sui fedeli
lanciando strali
e sideree luci a cui nessuno volge il guardare.
E allora sei tu Poeta e anacoreta,
aruspice che fruga frattaglie di versi
e demonizza fratellanze
perché solo il vate può e deve sapere.
Un arco a sesto acuto
vorrebbe innalzare all’Onnipotenza della struttura elegiaca
alla dualità dell’esistenza
e vetrate entrano nel cuore di pietra
lasciando trasparire un caprone d’averno vestito.
E allora paga tu Poeta Caron Dimonio che nell’Acheronte
ti trasporta, ti dileggia, ti corteggia.
Tu che eri figlio del Lete e in esso avevi imparato l’oblio dei sensi ora sei da Oniro vinto.
E nulla consta cercare il Basilio nelle tue icone,
l’assoluzione nell’imago,
la perdizione fra i chiostri del silenzio
nell’abside dove i lignei cori t’interrogano sui tuoi peccati.
E allora prega Poeta in ginocchio al centro del transetto
lasciando che orde di fedeli senza fede
calpestino i tuoi scritti.
Sì, lascia che nelle navate del male navighi il tuo spirito malefico
sino agli altari dei retorici.
E allora paga poeta
paga il tuo maestro filosofo che non declama senza scambio
e offri il tuo giovane corpo al ludibrio dei lupanari,
al sollazzo dei baccanali.
Come grappoli d’uva matura lascia chicchi di lussuria scivolare
sul tuo sesso infuocato
e accoppiati con putti e meretrici
nella sicurezza che il tuo agnello sacrificale
porti ricchezze ed elogi.
E nulla consta il dileggio scritto nel leggio d’un messale non scritto,
nulla disseta la tua sete volgare e lasciva dell’essere.
Tu che in abiti talari cercavi pace nel presbiterio
ingannando tutto il clero
pensandoti vescovo consacrato.
Tu poeta ancora aspetti Phatòs che lecchi le tue ferite
e nell’attesa aspergi con seminale ingordigia un testo
che figli non darà
ingravidando solo il tuo ego ricco d’idiosincrasia per te stesso.
Allora vomita dunque questi versi benedetti dall’apoteosi dell’Ade
che la terra aspetta avida il tuo sputo
che le genti orineranno sulla tua silloge avvelenata
che le menti mangeranno a morsi quei tuoi pensieri…
Andando poi a defecarli nei tripodi d’Olimpia
quando la fiaccola dei giochi
illuminerà eternamente
la tua folle follia.
Poeta maledetto.
Nota d'autore
Stesura testo 2019 in formattazione di prosa poetica adattata per la recitazione teatrale

Voto: | su 1 votanti |
Azzeccata in piena!
Amato samsughino
poco più di un tesserino
ma funziona ancor benino
che a riposo non lo metto
e me lo tengo stretto stretto...
Serena giornata, Poeta




ben tenuto ma proprio piccino
i sui tasti eran così minuscoli
che sembravan dei bruscoli
stava bel bello in palmo di mano
ma funzionava mejo de un caimano!
Non era 5G e nemmeno giù di lì
e per far il numerino ci voleva l'occhialino.
Eppur per me tanto carino
che ogni tanto gli fo l'occhiolino.



Sei un artista a 360°, mi sono lasciata incantare...ricorda quel che ti ho detto:
hai ricevuto un Dono immenso, però ne hai fatto tesoro e continui a coltivarlo.
Complimenti...

ahah tutti mi deridono per il mio Samsung prima generazione, pure microscopico... ma io sono felice di averlo.
Risparmia il tuo smartphone poverino...
non è colpa sua ;))
Serena notte, un abbraccio








Anche perchè recitare è un'arte duffucilissima e ci vuole tanta passione e studio. Un abbraccione



ti ho commentato



Io ho scritto qualche piccola "arrabbiata" per gli orrori dell'isis o della guerra, per tutto il Male di cui l'uomo è capace.
Siamo circondati dal Male, in questo momento poi...
Grazie, Jean, sempre splendido anche nelle spiegazioni.
Un abbraccione a te... mi metti sempre l'angioletto, che tenerezza





In questa occasione lo scritto volge verso il lato oscuro della scrittura stessa. Uno scrittore deve avere e sperimentare una visione a 360° per conoscere la sapienza di se stesso e imparare a dosarla. Vivere su un piano orizzontale non consente alla mente di osservare e progredire. Questo testo nasce come recitazione teatrale per sperimentare enfasi nel torbido andare della voce. Il segreto è saper scrivere d'ogni cosa che vive... Naturalmente poi si deve seguire ciò che è più vicino all'anima. "Se non saprai del male non conoscerai quanto grande è la forza del male" E allargando il concetto vale per la scrittura. Ho ripreso con fatica la recitazione dopo un lungo stop e bisogna sempre allenare la voce di continuo essendo uno strumento che va coordinato con i muscoli facciali. Lascio il link dell'audio recitazione di questa opera se si vuol vedere come cambia il testo recitandolo...
https://www.youtube.com/watch?v=q9WZDP5CPfI
Un abbraccione a te Marina


Truculenta questa tua prosa poetica, a tratti triviale (volutamente).
Colori più che cupi, atmosfere gotiche, morbosa, raccapricciante.
E' fuori dal mio sentire, io mio fermo a Poe, ma scritta da te, leggerei volentieri anche la lista della spesa, Poeta.
Complimenti per lo stile... impeccabile
sempre il tuo narrare.
Un caro saluto


