Ebbre d'estate
fremono le tue fronde
e tu, viride pero,
effondi una beltà
che rende più leggero
il fio della mia esistenza.
fremono le tue fronde
e tu, viride pero,
effondi una beltà
che rende più leggero
il fio della mia esistenza.
Il silente scrosciar
del ruscelletto
innamorato
si leva verso il ciel,
ma tu non l'odi
Si unisce
uno scricciolo
con il suo
melodioso encomio,
ma tu non l'odi.
Sussurro anch'io,
tesso povere parole
sperando che tu m'oda,
ma non m'odi.
Non ascolti
questo innamorato coro.
Ti par di essere inutile,
e una sera piangi
tutte le tue lagrime,
lagrime di foglie secche.
Svanisce la tua bellezza
e di te rimane
un groviglio di rami spogli.
Come te tante persone
lasciano volare via
le loro viridi foglie
senza il privilegio di sapere
che, a qualcuno,
rendono meno gravosa
l'esistenza.
Ricoperto di verdi poesie,
ancor non odo
nessun ruscelletto
ma scrivo
per uno scricciolo
che magari arriverà,
che magari è già qui
e non me avvedo,
a cui magari
alleggerirò il fio
dell' esistenza.
Poesia scritta il 08/09/2015 - 11:58
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Commenti
Bellissima metafora, Antonio, mi ritrovo molto spesso a parlare con gli alberi, a carezzare la corteccia e le foglie, ad annusare le gemme, sento la loro linfa scorrere nelle mie vene, so che m'assomigliano, fieri e sinceri.
salvo bonafè 01/01/2016 - 15:26
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Profonda e bella, buona giornata!
Chiara B. 09/09/2015 - 10:29
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MERAVIGLIOSAMENTE FORGIATA... SEMBRA VERA... IL MIO LIETO MERIGGIO ANTONIO...
Rocco Michele LETTINI 08/09/2015 - 15:31
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