Il ghiaccio che paera eterno si è ritirato,
il suo corpo è lì: novello milite ignoto;
non un volto, non un nome,
solo una presenza che ci rimanda a una guerra lontana.
Una prece lo accompagna nel suo ultimo viaggio,
poi il grembo del grande sacrario
lo accoglie dandogli il meritato riposo.
La montagna lo ha custodito come una madre,
rivestendolo con la coltre della neve.
Tanti come lui sono ancora là,
vegliati dal volo delle aquile,
carezzati dal vento,
nel silenzio delle nostre amate montagne;
gli è accanto una stella alpina: ornava il suo cappello…
il suo corpo è lì: novello milite ignoto;
non un volto, non un nome,
solo una presenza che ci rimanda a una guerra lontana.
Una prece lo accompagna nel suo ultimo viaggio,
poi il grembo del grande sacrario
lo accoglie dandogli il meritato riposo.
La montagna lo ha custodito come una madre,
rivestendolo con la coltre della neve.
Tanti come lui sono ancora là,
vegliati dal volo delle aquile,
carezzati dal vento,
nel silenzio delle nostre amate montagne;
gli è accanto una stella alpina: ornava il suo cappello…

Da Ivana Piazza
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Commenti
Emozionalmente, grazie a tutti! 



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Bella è sentita, complimenti 5* 



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bello il ricordo dei nostrii caduti





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Ciao Ivana cara è un piacere ritrovarti.. Trovo la tua poesia di una straordinaria sensibilità.
Una dedica fatta con il cuore a tutte quelle persone che per amore della patria hanno perso la vita..
Bella e molto sentita la tua poesia. Ciao Ivana ti abbraccio forte. buon fine settimana.
Una dedica fatta con il cuore a tutte quelle persone che per amore della patria hanno perso la vita..
Bella e molto sentita la tua poesia. Ciao Ivana ti abbraccio forte. buon fine settimana.


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Molto bella e commovente poesia per questa Patria cosi ingrata! Un tributo delicato ed amorevole a quanti sono caduti, talvolta mi vien da dire ahimè, inutilmente!


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Un omaggio di grande spessore a chi è caduto per la nostra libertà. Mi complimento per la sensibilità. Da militare sono stato più volte sulla costiera di Fleons in Friuli, ove si svolse un lungo e tremendo scontro tra italiani e austriaci. Si scavava e si raccoglieva (a oltre cinquant'anni dalla fine della prima guerra mondiale), tutto ciò che si trovava. Pezzi di armi, elmetti, portafogli, ossa e tanto altro ancora. Io, e chi era con me, ha toccato con mano il dolore e la disperazione che quella guerra ha provocato. In friulano c'è un canto struggente ("Stelutis alpinis"), che ripercorre tutto questo.


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Quanti ignoti e militi hanno combattuto per questa patria oggi irriconoscente ed ingrata in cui un edonismo sfrenato ha coperto il valore di queste persone spesso rimaste senza un nome.Delicata e profonda lirica che apprezzo anche per costruzione. Un saluto Ivana


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