Il luna park si accende al calar della sera,
un arcobaleno di luci che gioca con il buio,
giostre che danzano come sogni e desideri,
musica e profumi nell’aria,
di zucchero filato tra le mani appiccicate
di chi grida, ride e si diverte.
Salgono e scendono lenti
i cavalli a dondolo, senza sosta,
portando i loro cavalieri
verso ricordi lontani.
La ruota panoramica sale piano
e si ferma sopra la città,
regalando dall’alto
un attimo di bellezza mozzafiato.
Le montagne russe salgono lentamente
verso il cielo,
discese improvvise a testa in giù:
urla nel vento che si trasformano in risate,
paura e coraggio mescolati alla felicità.
Le macchine a scontro si rincorrono,
urti che esplodono in allegria,
tra inseguimenti e schivamenti,
scintille di puro, gioioso divertimento.
Nel tiro a segno basta un respiro trattenuto,
la mira concentrata;
nei giochi di abilità
vince chi osa e chi crede
che un gesto preciso
possa farlo sentire eroe.
Poi arrivano le attrazioni paurose:
ombre che sussurrano,
porte che scricchiolano, fantasmi
e paura dura un attimo
e si scioglie in un abbraccio.
Tra un viale e l’altro prendono vita gli spettacoli:
maghi che sfidano la logica,
illusioni che confondono la folla,
acrobati sospesi nel vuoto,
clown che trasformano la malinconia
in un momento di gioia.
Il luna park è un mondo sospeso,
una notte che non chiede età,
dove ogni passo è una favola breve
e ogni luce accesa
ricorda che i sogni,
a volte,
sono solo un giro in più
nel luna park.
Racconto scritto il 19/12/2025 - 23:22Voto: | su 0 votanti |
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