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Elettra

Luminosa come le tue Sorelle,
Non lasci spazio alcuno al comun
mortale che ti ammira.
Divina Creatura,
adesso sei terrena
e posso toccarti.
Come una Sacertodessa
d'altri tempi, mi sento
piccolo al tuo cospetto.
Le tue vesti regali,
i tuoi monili d'acquamarina,
il tuo sguardo che stordisce.
Sorridi, ma non proferisci parola.
E' un conto alla rovescia.
Il tempo è poco.
Forse solo pochi minuti.
Le domande son troppe,
le risposte arriveranno
ma non oggi almeno.
Io questo l'ho capito.
Sotto un gazebo di stelle danziamo.
Un omaggio alle Pleiadi.
Solo per loro
e forse anche per noi due.
Se tu lo vorrai!
Le mani sui tuoi fianchi.
le tue braccia al collo.
Fisso i suoi occhi,
come gemme posate
su un letto d'alabastro e
non mi importa più di niente.
Ad un tratto il suono di
una sirena in lontananza.
Una nave in partenza?
Ma non c'è porto
dove siamo
oh Divina Creatura.
Un segnale ancestrale?
Il tempo è scaduto.
Ti vedo fuggir via
lungo la strada.
A cavallo di una ringhiera
i miei occhi cercan i tuoi finché possono.
Arrivata in fondo,
prima si vanire
ti volti indietro per un
sorriso.
L'ultimo!
La mia piastrina
tra le tue mani.
Quella che mi hai strappato
dal petto pochi istanti prima
insieme al mio Cuore.
Un'altra occasione Per
incontrarci di nuovo?
Rimango immobile
a fissare il cielo
ora che sei andata via.
Poi ad un tratto un mostro
d'acciaio sopra di me
libera le sue onde d'urto.
E' l'infrangersi della
barriera del suono
sopra la mia testa.
Un dolore lancinante.
Perdo l'equilibrio
e cado nel vuoto.
Mi sveglio.



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Poesia scritta il 31/07/2016 - 19:45
Da Elya Baskin
Letta n.1435 volte.
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