Abbandonato a viverti bambino:
falciato il tempo della fanciullezza,
perduto il tempo della giovinezza;
non un cenno di carezze
nei giorni della solitudine,
non un gesto d’amore
nei giorni delle sofferenze;
non una pietosa madre
a guidarti sui sentieri
difficili dei sentimenti.
Nulla a te fu donato
e tu solo lunghi silenzi
hai potuto imbandire
ai tuoi e qualche urlo
di lacerata umanità.
Solo fosti da sempre,
e solo sei rimasto
fin quando la pietà del cielo
distese un velo di silenzio
sulle ombre e sui suoni
che in ultimo affollarono
la tua alienata solitudine.
Ora, al mio tempo
Il tempo tuo manca,
a te pietà pensosa
per la vita che ora conosco
intrisa di amara solitudine:
chissà se i figli di tuo figlio
guarderanno i miei occhi
come io ho guardato
i tuoi dispersi occhi di bambino
che si è perso nella vita
e che la vita ha perso.
5 novembre 2003/112
falciato il tempo della fanciullezza,
perduto il tempo della giovinezza;
non un cenno di carezze
nei giorni della solitudine,
non un gesto d’amore
nei giorni delle sofferenze;
non una pietosa madre
a guidarti sui sentieri
difficili dei sentimenti.
Nulla a te fu donato
e tu solo lunghi silenzi
hai potuto imbandire
ai tuoi e qualche urlo
di lacerata umanità.
Solo fosti da sempre,
e solo sei rimasto
fin quando la pietà del cielo
distese un velo di silenzio
sulle ombre e sui suoni
che in ultimo affollarono
la tua alienata solitudine.
Ora, al mio tempo
Il tempo tuo manca,
a te pietà pensosa
per la vita che ora conosco
intrisa di amara solitudine:
chissà se i figli di tuo figlio
guarderanno i miei occhi
come io ho guardato
i tuoi dispersi occhi di bambino
che si è perso nella vita
e che la vita ha perso.
5 novembre 2003/112
Poesia scritta il 20/12/2012 - 00:20
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