Sogno
Quando il pallore della notte
allunga le sue dita di ghiaccio,
e la carezza,
glaciale,
sofferma il suo gesto sulle sinuose forme,
inerme,
ti rannicchi, come piccolo seme
in attesa della bella stagione.
Un brivido infine ti scuote,
la diafana notte
dischiude l’abbraccio,
sussurra parole segrete,
e dal suo cielo ritorna a guardare
allunga le sue dita di ghiaccio,
e la carezza,
glaciale,
sofferma il suo gesto sulle sinuose forme,
inerme,
ti rannicchi, come piccolo seme
in attesa della bella stagione.
Un brivido infine ti scuote,
la diafana notte
dischiude l’abbraccio,
sussurra parole segrete,
e dal suo cielo ritorna a guardare

Da Marina Lolli
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Commenti
Martina.D grazie per il tuo commento che fornisce una lettura personale della poesia (cosi come è giusto che sia) , il mio intento nello scriverla era quello di raccontare l intima solitudine alla quale noi tutti ci affidiamo durante il sonno notturno.La notte come entità ,uno spirito extraterreno che ci fa visita e ci parla quando noi siamo addormentatie indifesi.La notte ci parla ci accarezza e noi percepiamo solo un brivido eci rannicchiamo come un piccolo seme sotto la neve fino al risveglio 



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Quando si soffre il gelo cade su di noi e allora abbiamo bisogno di sentirci protetti. In un letto magari soli ritroviamo il calore e la sicurezza che avevamo nel ventre materno così ci mettiamo in posizione fetale aspettando di sentirne il calore e tutta la protezione di cui ogni essere umano ha bisogno.
Buona giornata Marina

Buona giornata Marina




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