vedevo le solite macellazioni, le solite atrocità di routine,
mio padre mi diceva non distogliere lo sguardo, devi essere forte,
adesso mi diceva che alla fine è la bellezza a salvare il mondo.
E lei si muove tra i passeri, lei fluttua fra la brezza,
lei si muove tra i fiori, lei smuove qualcosa dentro di me,
nel profondo.
Stavo camminando attorno allo spettacolo dei fiori come un lebbroso
scendendo in preda a una certa isteria nervosa,
quando ti ho vista in piedi, occhi verdi, capelli neri
contro il rosa e il porpora del glicine,
tu hai detto, hey ragazzo della natura, mi stai guardando con qualche intenzione disonesta?
Le mie ginocchia si sono fatte molli, non potevo parlare,
facevo pensieri che per il mio interesse era meglio non menzionassi neppure.
E lei si muove tra i fiori, fluttua in mezzo al fumo,
lei si muove fra le ombre,
viene verso di me rivolgendomi appena una piccola occhiata.
Mi hai condotto nel tuo spazio e non mi hai fatto parlare,
mi hai messo addosso una tuta da palombaro,
poi hai giocato a fare la patriota, hai innalzato la bandiera
e io mi sono messo dritto a fare il saluto.
Lei si muove tra i fiori,
fluttua nell’aria, si muove
come neanche riesco a immaginare.
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