Le stigmate che ti crescono senza bisogno di chiodi
la corpulenta avarizia dell’orto dei tuoi desideri
la storia infinita dei minuti contati
lo strapotere infetto della metropoli
che ti avviluppa senza via d’uscita
l’invenzione del tempo
che ti incatena quotidianamente al medesimo orario
il ricordo lontano del mare
che piange le tue lacrime di nostalgia
la rovina eterna costruita su basi infernali
di guadagni che renderanno sempre più grigio-verde la tua faccia.
la corpulenta avarizia dell’orto dei tuoi desideri
la storia infinita dei minuti contati
lo strapotere infetto della metropoli
che ti avviluppa senza via d’uscita
l’invenzione del tempo
che ti incatena quotidianamente al medesimo orario
il ricordo lontano del mare
che piange le tue lacrime di nostalgia
la rovina eterna costruita su basi infernali
di guadagni che renderanno sempre più grigio-verde la tua faccia.
Poesia scritta il 10/11/2017 - 15:47Da Fabio Piana 
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Commenti
La prigione è la vita quando diventa grigia e solitaria, quando vengono meno le certezze e le sicurezze, quando la luce del sole non ci scalda più. Bella poesia. Giulio Soro  

Giulio Soro  
 10/11/2017 - 20:12 --------------------------------------
Analisi triste ma reale.
 

Grazia Giuliani  
 10/11/2017 - 19:42 --------------------------------------
il lavoro è una prigione quindi siamo in galera a vita  buona serata 
  
  
GIANCARLO POETA  DELL'AMORE  
 10/11/2017 - 19:11 --------------------------------------
  
            
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