Una ragazza e un ragazzo sbruffone
(Parla la ragazza)
Voglio fare proprio a te che sei il mio compagno di classe e pure bullo
questa semplice domanda.
Lo sai che significa la festa dell’otto marzo?
(Risponde il ragazzo)
A essere sincero non so proprio il significato.
Ora che ci penso, credo… ricordo che tempo fa
qualcuno me ne abbia già parlato.
Sarà stata la mamma o il mio papà
o magari un mago del deserto
o un ricco strampalato Maraja!
Lo vedi come mi piace con te femmina
fare le buffonate?
Sono gli ometti, i pagliacci come me
i padroni del mondo,
quelli che fanno ridere le ragazze con
le battute offensive e pure strampalate.
(La ragazza)
Che vai dicendo?
Ti va sempre di beffeggiare!
La verità è che con quella testa che ti trovi
non ti sforzi nemmeno di pensare.
Non lo sai cos’è la festa della donna?
Proprio quella mia e delle mie compagne.
Pure di tua madre, di coloro insomma che son
donne e fiere di vivere la propria femminilità
come un dono della vita,
che nessuno deve mai intaccare con l’arroganza
e l’altezzosità.
(Il ragazzo)
Se è una festa, vuol dire allora
che dobbiamo fare allegria,
stare spensierati e in buona compagnia.
Magari gridare e fare baccano a profusione,
urlare a squarcia gola con parolacce
oppure con una bruttissima canzone!
(La ragazza)
Non hai compreso davvero nulla
brutto scimunito
del significato di questa festività!
Solo se imparerai il rispetto, l’educazione e il buon comportamento,
la tua mente di certo si riaprirà.
Ricordati che i bulli alla fine avranno una dura lezione.
Prima o poi, la vita darà loro
un sonoro calcio nel dietro del pantalone.

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