Nell acqua nascendo per ventre di madre,
l’ ultima acqua,  quando a lagrimar  ci prende  sulle lucide  bare  da quella asperse. 
Fluido universale linfa della vita 
umile e casta  per ogni contrada .
dai campi riarsi  al sol 
ristoro  nei deserti ,
sì raggela  sui  silvestri monti .
Come sei timida ,eppur gaia
quando ti insinui in erbosi canneti,
confondendo quel gracidar delle verdi canterine.
Il gorgogliar  dei fiumi  quel lento
scorrer mi appaga in ogni mio senso 
che se fosse per mio verso 
m’ unirei  a dolce canto. 
Chiare cristalline,sobrie  acque 
brillate  al lume del giorno 
giocando in scintillar ,
di gocce vagabonde. 
Può nascer vita se non la serba 
un goccio d ‘acqua ?
Nelle viscere della terra 
muto sta il semino 
attende e si rallegra 
alla prima pioggia !
allor si innalza al ciel 
quel che prima era un pensier. 
Fonte d ‘ogni meraviglia ,
di infinito mormorio.
Nelle onde del mar 
quanti pesci guizzanti
liberi tra i flutti ?
Quando ormai 
la pioggia cede al primo 
raggio allor la luce la vince e divide 
In  colori caldi ,radiosi
Che tingono di pace 
L'orizzonte .
Corrado cioci
Poesia scritta il 20/04/2018 - 09:40Voto:  |  su 1 votanti  | 
	
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
 NOTTE
mirella narducci  
 20/04/2018 - 22:55 
                        


