Urla d’indiavolato ardor la tromba
e ad afro primitivo suon abbeverasi
soffian di spartiti demiurgiche intuizioni
che la complice, alleata aere
di fruscii sonori inesplorati frustan.
Parlate, tasti, o qualor vi sia disio
a ostentarvi irridenti imprendete
sulle mammelle di note ricolme
d’un piano mille volte violato
ch’eppur sempre s’erge a basaltico altar.
D’intarsi onirici l’orchestra sfavilla
all’eccitarsi orgogliosa offresi
del gelido melodiar qual del caliente arpeggio
e schiava si estenua di ancestral
ma sempre multiforme solfeggio.
E la chitarra di leonin ruggito ondeggia
alle festanti corde e al plettro ruvida sposa
e ‘l musicar nell’arcan suo rappreso
d’ebbrezza accrescesi e mai più riposa.
e ad afro primitivo suon abbeverasi
soffian di spartiti demiurgiche intuizioni
che la complice, alleata aere
di fruscii sonori inesplorati frustan.
Parlate, tasti, o qualor vi sia disio
a ostentarvi irridenti imprendete
sulle mammelle di note ricolme
d’un piano mille volte violato
ch’eppur sempre s’erge a basaltico altar.
D’intarsi onirici l’orchestra sfavilla
all’eccitarsi orgogliosa offresi
del gelido melodiar qual del caliente arpeggio
e schiava si estenua di ancestral
ma sempre multiforme solfeggio.
E la chitarra di leonin ruggito ondeggia
alle festanti corde e al plettro ruvida sposa
e ‘l musicar nell’arcan suo rappreso
d’ebbrezza accrescesi e mai più riposa.
Poesia scritta il 09/05/2018 - 11:49
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