Vicino a me sembra
ci siano le membra
di un cadavere sdraiato,
orrido, in parte putrefatto.
Il suo sguardo è fisso sul mio,
e...Dio!
Non capisco chi sia,
dalla sua bocca, qualcosa vola via,
si libra in aria e sparisce attraverso il tetto,
intanto, l'essere, si muove, mi imita sul letto,
sento nella bocca sapore di sangue
il mio corpo freme e langue,
provo a toccarlo ma lo specchio non me lo consente,
con orrore, capisco, anche se lentamente,
sono rinchiuso in una vita di vetro,
sono l'ombra di me stesso, uno spettro!
Manca l'aria nella stanza,
Quel essere sono io, privato della speranza!
ci siano le membra
di un cadavere sdraiato,
orrido, in parte putrefatto.
Il suo sguardo è fisso sul mio,
e...Dio!
Non capisco chi sia,
dalla sua bocca, qualcosa vola via,
si libra in aria e sparisce attraverso il tetto,
intanto, l'essere, si muove, mi imita sul letto,
sento nella bocca sapore di sangue
il mio corpo freme e langue,
provo a toccarlo ma lo specchio non me lo consente,
con orrore, capisco, anche se lentamente,
sono rinchiuso in una vita di vetro,
sono l'ombra di me stesso, uno spettro!
Manca l'aria nella stanza,
Quel essere sono io, privato della speranza!
Poesia scritta il 14/03/2019 - 10:08
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Commenti
Si Maria Isabel, concordo
Ernesto D'Onise 15/03/2019 - 11:42
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Francesco Cau 15/03/2019 - 10:32
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Triste! Ma fuori è primavera! Magari uscendo dalla stanza si può provare a rinascere!! Un saluto
Maria Isabel Mendez 14/03/2019 - 14:13
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