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Un suono sordo di tamburo
invita fra Vicoli e amici
La pietra arenaria
che domicilia i tuoi passi,
trasuda di sole e di olio rifritto.
Negli angoli,
un forte, volatile, odore di piscio stantio
disorienta il destino.
Serrande gonfie di noia,
rimandano pensieri ad antichi splendori.
Donne
com'è allegorie
consumano la notte.
Appoggiate a muri fatiscenti,
aggrappate all'impossibile,
tentano viandanti.
Cerchi aria
verso la piazza grande,
nella speranza che il carnevale mascheri
tristezze.
Affondi le mani nel paltò,
fra' le unghie,
coriandoli già usati
non ti possono bastare.



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Poesia scritta il 18/04/2019 - 11:24
Da Barbara Lai
Letta n.752 volte.
Voto:
su 3 votanti


Commenti


La trovo incredibile, e incredibilmente realistica. Grazie per il tuo commento

Mastro Poeta 24/04/2019 - 15:17

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Bellissima

Ernesto D'Onise 19/04/2019 - 09:54

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Triste, ma bella

donato mineccia 18/04/2019 - 19:26

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BARBARA...L'ho letta attentamente ed i vicoli di qualsiasi paese o città sono come li hai descritti. In più questa tua ha il tocco triste e perverso di un disfacimento non solo del posto ma anche dell'animo umano. Molto bella Ciao Buona Pasqua

mirella narducci 18/04/2019 - 16:07

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Wow
Ti sei superata...
Davvero bellissima, Barbara

laisa azzurra 18/04/2019 - 15:14

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Brava Barbara Bellissima poesia

Francesco Cau 18/04/2019 - 13:27

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