I gelsi sono appena caduti dai rami alti baciati dal sole, come i melograni vermigli presagi di bellezza dissolta.
Odo la tua voce irreale, ovattata rimandare l'eco della tua vita perduta, chinata a raccogliere quel che resta dei frutti sparsi, nella stagione estiva che fluisce senza misericordia.
Nel giardino quel fringuello si posa lieve sul vecchio fico, in una melodia atona di silenzio che contrasta col richiamo di una memoria antica.
Ti sento aleggiare con i tuoi fantasmi d'amore che ritornano fino a farmi male. Eppure è un frammento di vita che scompone quel sapore di morte che doloroso riaffiora.
Nel giardino ti vedo giocare felice con i bambini, oltre quel tempo sospeso che segna il sottile equilibrio tra fine e rinascita.
Nel giardino ora velato da trame d'autunno ancora ti attendo!