Squarci holliwoodiani
Sulla maniglia di una porta
Stesa tra le ampiezze
D’un mondo esterno,
Ansimo e deglutisco le parole,
Incurvo la schiena e indietreggio,
L’osmosi di un pensiero svanisce
Dietro alle impiccagioni di una farfalla
E dietro ai mille corpi di colori fluttuanti;
Domando e mi domando ancora
Il perché del mio esibizionismo astratto,
Carne viva di una tempesta,
Carni vive che si corrodono
E si ricompongono sotto il marchio del cielo.
Sulla maniglia di una porta
Stesa tra le ampiezze
D’un mondo esterno,
Ansimo e deglutisco le parole,
Incurvo la schiena e indietreggio,
L’osmosi di un pensiero svanisce
Dietro alle impiccagioni di una farfalla
E dietro ai mille corpi di colori fluttuanti;
Domando e mi domando ancora
Il perché del mio esibizionismo astratto,
Carne viva di una tempesta,
Carni vive che si corrodono
E si ricompongono sotto il marchio del cielo.
(Ora vago con le briciole del tempo in tasca
Verso la metamorfosi d’un sogno,
M’includo nel campo visivo di una nuvola
E lo distanzio dalle ore inverse del giorno)
Poesia scritta il 29/11/2020 - 16:17
Da Mirko Faes
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