Hai legato una fune
al ramo più forte
pensando che l'altalena
t'avrebbe retto per sempre.
Come la roccia più dura
erode, la fitta goccia
così, mio caro
l'andirivieni costante
ha tranciato quel ramo
e ora tutto giace tra le fiamme.
Come un bambino piangi
un amaro capriccio
io sono la colpa
del crudele intreccio
spazzato dal vento,
debole nido,
fili di paglia.
L'aurora imbianca
questo mattino
di primavera stanca,
lo sguardo si posa
su rametti sul selciato
stretti tra un becco giallo,
che, briciole esangui
rinvendiscono
in nuova vita,
mentre il tronco lacrima
in attesa delle cicatrici.
al ramo più forte
pensando che l'altalena
t'avrebbe retto per sempre.
Come la roccia più dura
erode, la fitta goccia
così, mio caro
l'andirivieni costante
ha tranciato quel ramo
e ora tutto giace tra le fiamme.
Come un bambino piangi
un amaro capriccio
io sono la colpa
del crudele intreccio
spazzato dal vento,
debole nido,
fili di paglia.
L'aurora imbianca
questo mattino
di primavera stanca,
lo sguardo si posa
su rametti sul selciato
stretti tra un becco giallo,
che, briciole esangui
rinvendiscono
in nuova vita,
mentre il tronco lacrima
in attesa delle cicatrici.
Poesia scritta il 06/08/2021 - 10:49
Letta n.494 volte.
Voto: | su 5 votanti |
Commenti
Bei versi che esprimono dolore ma fermezza nei sentimenti. Le ferite a volte si richiudono e a volte no.
Graziella Silvestri 07/08/2021 - 08:41
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