Gerarchie d'autunno
e l'ultima melanzana dell'orto
scopro gli inafferrabili reami
dell'autunno e del suo tempo morto
la luce artificiale sfuma ombre 
sullo spessore del lucido marmo 
le verdure si riposano sgombre 
da ogni velleità che io riaffermo 
solo assegnando un fittizio posto 
una gerarchia inverosimile 
dove però fra gli scuri del resto 
spicca il biancore d'un boletus edulis 
sire da cortigiani circondato 
che un melograno in bilico persino 
tra dormienti lecci disorientato 
si produce in ossequioso inchino 
e la melanzana regina madre 
troneggia nell'angolino remoto 
vecchia d'estate e prodromo di quadre 
vittorie sul dissolversi d'un mito 
quello che la bellezza sia inconsueta 
in stagione che non sia primavera 
il piccolo porcino ha come meta 
le quinte d'opera più veritiera 
sulla stramba condizione dell'uomo 
esprime un desiderio il suo candore 
d'immortalità sulla tela almeno 
ché il soffritto è già pronto da due ore! 
(L'immagine allegata è opera dell'autrice, "Natura morta d'autunno", olio su tela).
Poesia scritta il 22/10/2021 - 18:32Voto:  |  su 3 votanti  | 
	
Mirko D.Mastro (La Redazione)
Mirko D. Mastro(Poeta)  
 15/11/2021 - 08:36 Oltre ai colori dipinge con la penna e il cuore complimenti..

Salvatore Rastelli  
 25/10/2021 - 08:10 
                        



