Era lo stesso pianoforte
le dita poi, quelle assurde dita
che accordavano il senso
di ogni cosa
le dita poi, quelle assurde dita
che accordavano il senso
di ogni cosa
e dimenticavo di raccontarti
la mia storia, perché potevi
immergerla in un suono
e non sarei più stato io
a ricomporre le tue mani
quando il fondo della candela
sbiadiva, e non seguivi più le note
inventando nuove eternità.
Poesia scritta il 18/05/2022 - 16:15
Letta n.424 volte.
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Commenti
Grazie per i commenti, sempre graditi. A rileggerci, Vp.
Francesco Paolo Hutin 19/05/2022 - 16:08
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Apprezzata tantissimo, è stato un grande piacere leggerti
Anna Rossi 19/05/2022 - 02:41
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Be'..che dire..veramente notevole!!
Anna Cenni 18/05/2022 - 18:20
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Splendida!
Complimenti...
Complimenti...
Marina Assanti 18/05/2022 - 17:44
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