non vuole incontrare quelli del padrone,
sa che la sta cercando,
sa che la sta fissando.
Voli di polvere colorata nella filanda.
Nuvole che il sole trasforma in ali di fate
e sarebbe una magia per bambini,
non fosse per la tosse,
non fosse per la tosse che esce dai polmoni.
Lola tiene gli occhi bassi,
le mani lavorano da sole.
Fissa il pavimento e le scarpe del padrone,
ferme davanti a lei, come due gendarmi di guardia.
A casa Lola ha un bambino che aspetta
e un marito morto di guerra.
A lui parla quando lavora
e pensa ancora a quel giorno d’ottobre,
al fischio del treno come un giudizio divino
e a quella piccola croce di legno
che gli lasciò cadere nella mano.
Lola dei telai prega e chiede perdono,
non chiede perdono a Dio, ma al suo uomo,
perché ora alzerà gli occhi,
alzerà gli occhi
stringendo forte nella mano quella piccola croce di legno.
Voto: | su 3 votanti |
Nessun commento è presente