tra l’inconfessabile disarmo del tempo
e l’ira d’ogni attimo suo sconsacrato.
Siamo soli per qualunque salvezza
dall’inarrestabile sua deriva inviolata,
in cerca di perdizione
nel pacato appiglio d’una sua evidenza.
Siamo soli
da nuovi orizzonti mai varcati
ad infide lande sempre avute.
E siamo soli
in stille d’un ricordo
per calici di qualsiasi decantato rimorso,
pronti a salpare con vascelli di superbia
tutti gl’immemori sospiri dell’anima.
Oh! ancora soli,
sperduti nelle superfici
superfici nelle catene
e catene nelle morse,
che troveranno viali di libertà
su recisi confini di servitù.
Soli,
quando a farci compagnia
l’ultimo istante per primo verrà
ad uccidere la folla
nella salvezza d’ogni rifugio.
Allestiti d’abominevoli sconforti,
svestiti di gloriosi sollievi
saremo noi,
i conquistatori d’ogni preda,
le prede d’ogni conquista
nei percossi battiti
d’ogni inerme silenzio.
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opera intensa e triste,piaciuta,un saluto,domenico buona serata