RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Lista Racconti

     
 




Opera non ancora approvata!

01/01/1970 - 01:00
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Farla finita: quel proposito tante volte procrastinato gli si affacciava di nuovo alla mente. Era, infatti, ormai imminente il Capodanno, l’ennesimo, tra i tanti passati nell’ inedia.
Purtroppo anche per morire bisogna compiere una scelta, cosa che lui, l’inetto –così lo chiamava sua moglie-, non aveva mai imparato a fare. «Il pericolo è il mio mestiere» avrebbe voluto dire: niente di più falso. Aveva condotto una vita misera e solitaria, un topo in una gabbia che odia ma dalla quale non può e, soprattutto, non vuole uscire. Quelle quattro mura lo spazientivano ma erano, al contempo, l’unico luogo in cui riuscisse a vivere. Vivere, parola grossa.
Insomma, non gli riusciva proprio di stare al mondo. «Chissà se nell’altro, ammesso che esista, avrei fortuna migliore» si chiedeva spesso. Era il vertice delle sue allucinate ossessioni. Una mania che non gli dava tregua. Quante volte aveva provato a compiere il cosiddetto insano gesto! «Mai cosa fu più sana del suicidio», avrebbe... (continua)

All_of_me loves_all_of_you 16/01/2015 - 18:31
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Addio Gigi


Pensavo di aver già sofferto abbastanza
Ma si vede che chi scrive il mio futuro è un bastardo cinico....
Era il mio piccolo Eclisse...
È sempre stato alto e grosso...e dopo aver visto un film di stallone dove uno dei protagonisti si chiamava Eclisse. ...lo battezzammo così in casa. ..nostro nipote.
In questi giorni io ero in ospedale. ..
Lui pure...io al nord ,lui al sud
Ma ci siamo fatti una scommessa. ..
Chi ne usciva prima da questa situazione. ..pagava...pizza e birra..
HA VINTO LUI.
MA NON PUÒ PAGARMI
Perché Luigi non c'è più. ..
Addio nipotino mio.... (continua)

Claudio Abbinante 21/02/2015 - 10:03
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Agnese VISCONTI


AGNESE VISCONTI
Ancor oggi, molti giurano che nel castello di San Giorgio, a Mantova, si aggiri un fantasma. Difficile credere sia vero, con ogni probabilità la suggestione è dovuta al fatto che l'animo umano non si rassegna al subitaneo spezzarsi di una vita, specie se giovane.
Barnabò, signore di Milano e di molte altre città, padre di Agnese Visconti, il 6 maggio 1385 era stato imprigionato a tradimento da suo nipote, Gian Galeazzo, che dopo averlo detenuto per sette mesi nel castello di Trezzo, lo avvelenò, e pochi mesi dopo riservò la stessa sorte ai due fratelli maggiori di Agnese: Ludovico e Rodolfo Visconti.
Ma la sorte peggiore era destinata proprio a lei.
Agnese, nel 1380, appena quattordicenne, era stata data in sposa dal padre a Francesco Gonzaga, figlio di Ludovico II, Capitano del popolo e vicario imperiale di Mantova.
I primi anni di matrimonio furono tranquilli, tranne che per l'improvvisa morte di Ludovico nel 1382, che costrinse il figlio sedicenne a succedergli ... (continua)

Aquila Della Notte 01/12/2022 - 19:17
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Akenafis e Sut antica tragedia d'amore


Rapito dall'amore per la bellissima Sut (Sacerdotessa del Tempio di Sefor) Akenafis s'abbandona nella perdizione per lei.
Irraggiungibile come una Dea per lui diviene ossessione d'amore.
Nessuno, nemmeno il gran sacerdote del tempio, può sfiorare la purezza di Sut.
La perdizione eterna nel mondo dei non morti attende chi oserà violare questa sacralità.
La vicinanza con questo tormento diviene sempre più insopportabile per Akenafis che affida allo scrittura la sua violenta passione.

L'occhio dal cielo.

Scruta l'occhio dal cielo i segreti degli amanti e d'essi accoglie i lamenti nelle notti gelide dei deserti.
Scruta in silenzio Akenafis che legge le parole sacre.
Pulsa il cuore.
Muore la mente nella pazzia.
Arde la pelle nel non toccare, si scioglie come miele,
colando lentamente dalle pareti dell'amore.
A nulla servono i poteri,
a nulla serve il nulla che distrugge il sacerdote.
Ti avrò Sut,
sarai mia nella casa delle intenzioni,
nella valle dei lussuriosi,
nei sot... (continua)


Jean Charles G. 28/03/2022 - 13:46
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Alba nera


Siamo anime che aleggiano in una dimensione crepuscolare, ignare del tragicomico finale, spinte da una indole di dubbia residenza alla quale ritorneremo una volta giunta la nostra assenza. E se dopo tutto il tempo che trascorre senza senso permane un dubbio, vorrà dire che qualcosa ci frena, e allora aspetteremo la sirena, sperando, ne sia valsa la pena!... (continua)

IL CONTE M. 28/08/2020 - 22:26
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Alveari metropolitani


Alveari metropolitani

Faccio parte della miriade di api operaie che ogni mattina lasciano il loro alveare e fanno vivere questa città senza colore.
Beh, ape operaia è un termine frustrante, ape impiegata, suona meglio, mi fa sentire un gradino al di sopra del nulla, la qual cosa non è molto ma è sempre meglio di niente.

Sono uno dei mitici e invidiati, bancari! Sì proprio quelli delle mitiche quindici mensilità, delle pensioni da paperoni, del posto garantito a vita. Sì lo ammetto sono un privilegiato in giacca e cravatta, dal sorriso smagliante e la felicità permanente… Tutto falso! Come l’illusione di benessere che ti ammalia camminando per le vie di questo carnaio chiamato metropoli!
Abito in un monolocale (io lo chiamo: monoloculo, viste le dimensioni lillipuziane della mia celletta) al dodicesimo piano di un alveare color del cemento, diviso in ben cinquantasette appartamenti, tutti della dimensione di uno sputo.
L’unica finestra si affaccia su una foresta di tegole e ant... (continua)


vecchio scarpone 28/08/2018 - 18:47
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Amare sorprese


Sono passati quattro anni da quando Mario è scomparso, quattro lunghi anni.
Era una mattina di giugno, precisamente l'undici giugno 1995, Marta, la moglie, mi chiamò al cellulare per domandarmi se Mario era con me.
Sembrava un ritardo banale, causato da qualche problema all'auto oppure da qualche banale imprevisto di altro genere.
Il tempo passava ma di mio fratello nessuna traccia, come svanito nel nulla.
Era una domenica e lui stava andando a prendere Francesca, sua nipote, per accompagnarla a una partita di basket.
Chiara, la sorella di Marta, non vedendolo arrivare, chiamò al telefono di casa, non era preoccupata in modo particolare, bisogna tener conto che mio fratello è sempre stato un ritardatario, quindi dieci minuti di ritardo non creavano in noi nessuna particolare ansia, solo che i minuti divennero ore.
Alle 14 decidemmo di rivolgerci alla polizia.
A volte credi che certe persone siano per te come dei vetri trasparenti, chiari, soprattutto incapaci di nasconderti qual... (continua)

Massimiliano Casula 20/07/2020 - 21:51
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