RACCONTI |
In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento. |
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Lista Racconti |
L'arte di Delmo Raggomitolato in un angolo della stanza nel suo maglione sdrucito con una sola manica, come un topo, alla ricerca di un riparo dal freddo, la finestra, o quel che ne rimane, sbatte, colpita da raffiche di neve ed a completare tutto, il sonno, che si fa sempre più audace.
Solo il pensiero di morire senza aver terminato il suo lavoro lo tiene in vita. Già il suo lavoro! Il quadro che sta ultimando, per fortuna è riparato da l’unica coperta rimasta, le altre sono servite ad alimentare a pezzi il fuoco nella caldaia, ormai solo memore di un tempo in cui accoglieva legna da ardere. La figura slanciata della donna nuda, che sta dipingendo, cattura la sua mente labile e lo trascende nel mondo di colore e plasticità dov’essa è dipinta, ogni oggetto non ha una forma definita ne tantomeno un ombra da cui fuggire. L’assenza di staticità imprime una sensazione di benessere e di fuga dai sensi conosciuti. Il corpo della donna fuoriesce dal dipinto, gli si avvicina, lo abbraccia ed in u... (continua) ![]() ![]() ![]()
Opera non ancora approvata!
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L'operazione misteriosa Mi svegliai di soprassalto e rimasi stupito: ero lungo e disteso su un tavolo operatorio. Non c'era più nessuno. Il mio corpo era supino, abbandonato e nudo su quel freddo marmo ceruleo, e non si mosse di un millimetro quando mi alzai, lasciandolo. Mi sentivo leggero, stranamente, nonostante la mia taglia pesante. Andai nell'attigua saletta degli attrezzi chirurgici e presi tutto il necessario. Quando ritornai, ebbi la conferma: il mio corpo era rimasto lì. Aveva bisogno di un intervento urgente, e serio. Difficile, era chiaro, ma ne avevo fatti parecchi di quel tipo durante la mia carriera. Non respirava più, ormai. Feci di tutto, ma nessuno mi aiutava.
Non un assistente, e nemmeno l'anestesista. Chiedevo un bisturi o una pinza, ma la mia voce era muta e poi l'infermiera strumentista non c'era.... Ero sicuro di quel che stavo facendo, l'emorragia cerebrale non era poi tanto grave e il versamento ematico nei tessuti del cervello si presentava contenuto. Il colpo ricevuto alla tempia... (continua) ![]() ![]() ![]()
L'ORA DELLA CENA Il covo dei fratelli Smith era un piccolo spazio situato in mezzo al bosco di Forster, quasi nessuno sapeva il punto preciso nel quale si trovava e questo era uno dei tanti motivi per il quale il loro cognome era invaso da un senso di mistero e indugio, ma anche di curiosità. Vivevano tutti in una baracca: le serrande quasi sempre chiuse, che non lasciavano passare la luce penetrante e luminosa del sole a mezzogiorno, il tetto in certi punti scoperto dal quale cadevano delle goccioline fresche di pioggia e rugiada, e le mura in sasso grigio, freddo e cupo. Il signor James Smith, che era il fratello maggiore, destinato a proteggere i suoi compagni, era seduto sulla sua poltrona in pelle nera all’interno del suo studio, mentre era immerso nella lettura del giornale locale. L’aria all’interno della stanza era quasi soffocante, ma lui non ci fece caso, era una persona molto perbene, sempre ben vestita e che aveva una cravatta diversa per ogni occasione. C’era poi Dylan, il classico sb... (continua)
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L'ultimo squillo Nessuno immaginava che quella fredda mattina di dicembre sarebbe stata l'ultima.
Non ti aspetti che una giovane donna possa sparire dalla tua esistenza, e da quella dei tuoi, e sui, tre bimbi. Mancavano alcuni giorni alla vigilia di natale, Marta, come ogni mattina, era in auto diretta verso il solito posto, l'ufficio dove lavorava da circa dodici anni; una strada percorsa tante e tante volte, solo che, quella volta, il destino, un crudele e cieco “essere” immateriale, aveva deciso una tragica variazione al percorso. Una lastra di ghiaccio, all'incirca metà percorso, aveva fatto perdere il controllo dell'auto e far letteralmente volare Marta fuori da un cavalcavia. Un colpo secco e via, Marta aveva cessato di vivere alcuni secondi dopo il volo. Qualche mese prima, mai e poi mai immaginando che quella conversazione sarebbe potuta essere utile a breve, mi aveva detto che a lei sarebbe piaciuto essere seppellita con il cellulare, gli dicevo che non sarebbe servito a molto i... (continua) ![]() ![]() ![]()
L'uomo col cappotto Non era prima volta che mi capitava di vedere quell'uomo.
Anche oggi, mentre stavo per entrare nell'ingresso del mio palazzo, l'ho visto. È vestito con uno strano cappotto decisamente datato. Non fa nulla, è lì, dall'altro lato della strada, mi guarda e poi continua a camminare. Ne parlo con Chiara, mia moglie, di questo strano signore che, oramai da qualche mese, incrocio davanti casa. La cosa non ci crea nessuna particolare apprensione, per noi è solo uno strambo signore della zona, nulla di più. Mi sto incamminando verso l'ingresso del mio ufficio quando eccolo là. Il signore con il cappotto è proprio davanti a me. Sono passati alcuni giorni dall'ultima volta che l'ho visto davanti a casa. Questa volta me lo trovo proprio davanti. Sorpreso dal fatto, e, devo dire, anche un po' allarmato, lo guardo con aria assente. . Ciao Carlo, vuoi sapere una cosa? - mi dice il signore. . Come fa a sapere il mio nome? - domando sorpreso. . So tanto su di te - dice lo sconosciuto. .... (continua) ![]() ![]() ![]()
L'uomo ed il cane dal nulla Stavo camminando lungo una di quelle strade che usavo imboccare casualmente durante le mie evasive escursioni nella mia città; mi aggiravo a caso, forse in cerca di qualche misteriosa avventura, quasi che nella mia mente si potesse aprire uno squarcio tanto doloroso quanto improvviso ed illuminante. Ma l'unico beneficio cui esso apportava era la momentanea fuga dai miei pensieri che a tratti mi assillavano assai intensamente. Nonostante ciò, una volta incamminato, mi risultò molto difficile fermarmi, anche perché il tempo era poco e quello in realtà era solo tempo sprecato.
Fu proprio durante una di quelle volte rare ed inusuali che il mio guardare si soffermo' ad osservare tutte le comuni e misteriose cose che mi circondavano e quasi come a bloccare le mie gambe per uno scopo ben preciso, fu allora che vidi ciò che in precedenza non mi era stato permesso di vedere. Stavo salendo un ponte che occasionalmente mi ero trovato di fronte, quando dalla mia maggiore altezza, potei notare un ... (continua) ![]() ![]() ![]()
La camera assente L'ultima folata di vento spostò le tende in direzione del letto con un movimento circolare e appena percettibile.
Gli occhi umidi dell'uomo si alzarono verso il soffitto, dove una luce sottile tracciava un sentiero di riflessi color crema prima di sparire nelle due zone d'ombra sopra la spalliera. Il respiro dell'uomo si faceva man mano più pesante e la sua gabbia toracica saliva e scendeva in cerca di quell'ossigeno puro che il suo respiratore non sempre gli garantiva. Le sue mani robuste, nonostante il tremore e la pelle visibilmente macchiata dall'età, cercarono quelle dei suoi figli, dei suoi nipoti, della gente che lo circondava in un silenzio estatico prima della fine. "Questo è il giorno dei giorni, il giorno fra tutti, sia per vivere che per morire. È un giorno bellissimo per i figli della terra e della vita". Come un flashback gli tornò alla mente questa frase letta anni prima in un racconto di Edgar Allan Poe e sorrise. Almeno credette di farlo. E nel farlo ... (continua) ![]() ![]() ![]()
La camera d'albergo Sono arrivato a Trento dopo pranzo.
Domani devo partecipare allo scritto di un concorso. Ho studiato tanto per questa occasione e ci tengo a fare bene. Lo scorso anno ho partecipato ad un concorso analogo a Siena, un disastro, un vero disastro. Bocciato senza tanti complimenti. Arrivo verso le 14, cerco subito un luogo dove mangiare. Il mio albergo è in una via del centro, non è lontanissimo dalla stazione dei treni. Mi avvio, verso l'albergo, a piedi con il mio zainetto. Ho portato poche cose, devo stare qui solo una notte, non ho bisogno di tanto. Arrivo; l'albergo è stato ristrutturato da poco ma, leggevo in internet, è nato da un vecchio edifico del seicento. Lascio i miei documenti alla reception. Stanza 237, la stanza è piccola ma confortevole. Mi riposo un po', guardo la tv poi mi lavo i denti ed esco. Passo il resto del pomeriggio girando per il centro. Vedo il castello del Buonconsiglio, il duomo e altri monumenti. Verso le otto di sera torno in albergo. Inizi... (continua) ![]() ![]() ![]()
La casa delle bambole Sandra era sdraiata sul divano quando sentì squillare il telefono. Si era distesa da poco, aveva bisogno di riposarsi un po’, ma lo squillo del telefono era insopportabile e la costrinse ad alzarsi per andare a rispondere.
“Pronto” disse probabilmente con una voce cupa e un po’ seccata. “Pronto, ciao, ma quanto ti ci vuole a rispondere! E’ un sacco di tempo che provo a chiamarti e tu non rispondi, prima ti ho chiamato al cellulare ora a questo di casa. Ma che hai? Ti sento strana, forse dormivi? “Si, veramente cercavo di riposarmi un po’, ma evidentemente non ci sono riuscita”, rispose Sandra sempre più seccata. “Oh, scusami, ma sono un po’ agitata. Sai, oggi ho incontrato un amico di mio figlio che non avevo mai visto e mentre cercavo di capire chi fosse e come fosse la sua famiglia ho scoperto che i suoi sono medium e che incontrano a casa loro le persone che vogliono parlare con i loro defunti. Ma ci pensi? E’ incredibile! Gli ho detto se poteva chiedere a sua madre di invit... (continua) ![]() ![]() ![]()
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