RACCONTI |
In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento. |
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Lista Racconti |
Mia vita (la ragazza di Sant'Arpino) La vita è fatta di vizi e sfizi, tante fine e altrettanti inizi, è un girotondo intorno al mondo, ad ogni alba segue il tramonto a ogni notte un nuovo giorno, di diverso colore, con un nuovo sapore a volte sà di sale altre di mare, mi butto nell'acqua e ti vengo a salvare l'importante è non scordare che, finita l'estate delle lunghe passeggiate è tempo di voli per non sentirsi soli, e farsi consolare nel silenzio surreale di una sera autunnale col buio abissale e un freddo glaciale, sembrerà banale ma è un gelo che fa male, t'assale augustale attuale e atemporale, mai trascendentale, s'aggrappa alla bocca arcale virale e influenzale,con tosse catarrale.
Nel mio lungo viaggiare e girovagare tra lo Stato interiore e l'emisfero boreale in cerca del "Sacro Graal" (la ragion dell'essere), sotto il cielo australe quando stavo per mollare con gran soddisfazione trovai il mio "Ikigai". Raggiunsi subito Dublino ove, in compagnia d'un transalpino, un ucraino e un tr... (continua) ![]() ![]() ![]()
MICHELIN Il suo vero nome non lo conosceva nessuno.
Lo chiamavano così per via dell’insegna della sua officina, un vecchio locale ammuffito al pianterreno di una stamberga sulla via principale del paese, che sembrava dovesse crollare da un momento all’altro. L’insegna, poi, non era altro che un pezzo di un vecchio cartellone pubblicitario, quasi completamente sbiadito, di una nota marca di pneumatici, che lui aveva inchiodato al posto delle tavole della porta, in modo che di notte non entrassero i gatti randagi. Nessuno sapeva nemmeno quanti anni avesse. Me lo ricordo sempre uguale, sin dalle mie prime estati di “sfollato” cittadino durante le vacanze estive: tutto il santo giorno chiuso nel suo buggigattolo a sgobbare, apparentemente refrattario agli anni che passavano. Al piano terreno, c’era il classico bancone da lavoro, con la morsa ed attrezzi vari, oltre ad un trapano a colonna ed una smerigliatrice. Al primo piano non c’era mai stato nessuno, tranne forse i pipistrelli. Nemmeno lui... (continua) ![]() ![]() ![]()
Opera non ancora approvata!
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Nosferatu NOSFERATU
Nel Campo della Rimembranza si poteva giocare, ma con qualche precauzione. Bisognava guardarsi dal vigile urbano che quasi sempre aveva qualcosa da ridire sul comportamento dei ragazzini. Quell’area verde, infatti, non era destinata al libero divertimento. ![]() ![]() ![]()
Nostalgia di Cicerone IL GINNASIO LICEO CELIO di Rovigo
Nel 1995 iniziai, ero uno scriccioletto, le superiori.. Ricorderò per sempre quello che provai il primo giorno di Liceo Classico; settembre del 1995. Una chicco di pepe finito per caso nel latte. Lillipuziano tra troppi Gulliver alto 155 cm…. pesavo poco. Entrò Vinicio il professore gigante che ci accompagnò per il ginnasio: Latino, Greco, le declinazioni, i pronomi relativi, verbi, coniugazioni che erano imperativi, insieme ai miei paroloni di obiezioni. ![]() ![]() ![]()
nuvole Nuvole
Odo mugghiar questo vento ![]() ![]() ![]()
Ottavio Pratesi La sua casa era diventata una Sant'Elena, lui che aveva partecipato a giri d'Italia e tour de France con Binda e Girardengo, Calzolari e Bottecchia nell'epoca eroica del ciclismo sulle strade sterrate sulle quali correva da isolato, come chiamavano i corridori che non avevano squadra, facendo la sua corsa senza dover sottostare ad ordini di scuderia: era il capitano di se stesso.
La sua corsa era quella dei tre mari che vinse due volte. Tirreno, Adriatico, Ionio. “Dall'uno all'altro mar”. Come una punizione dantesca, dopo tanto vagare, abitava in una palazzina nei pressi della ferrovia, vicino alla stazione di Antignano e tutti i giorni attraversava i binari per fare solo poche centinaia di metri per andare al distributore che gestiva sull'Aurelia nell'ultimo tratto rettilineo verso sud, prima che diventi un serpente che avvolge il Romito. La bici un ricordo lasciato sulle strade polverose delle Alpi e dei Pirenei, ed ora solo un mezzo inutile, “chiuso in si breve sponda”, tra lo sf... (continua) ![]() ![]() ![]()
Paradiso “...ebbene si, anche l’uomo più crudele e maligno diviene semplicemente un uomo, tra le braccia di una donna che ti vuole avere a sé e che ti ama.
Non so dirti di cosa si tratta, forse è un super potere o un compito “ordinato” da lassù, per dare vita, in ogni secondo, al “quadro” dove è protetto da Sua Madre. Quindi vi confesso che tutte le volte che mi ha avvolto tra le sue braccia e ho appoggiato la testa sui suoi seni, ho sfiorato il Paradiso. Un’overdose di emozioni che fa spegnere i riflettori su quella vita che non è come vuoi e li accende, dove tutto è dannatamente calmo...”... (continua) ![]() ![]() ![]()
Passando per caso di lì..... Oggi vi voglio raccontare un episodio realmente accaduto, che non ha fatto notizia quando e' successo. Un fatto come tanti, ai quali siamo ormai abituati e che quasi non fanno piu' impressione. Solo un pensiero di compassione e poi via distratti a portare avanti la vita di tutti i giorni.
E' stato il passare di lì che oggi mi ha riportato a ricordarlo e a fermarmi col pensiero. Devo andare indietro a tanti anni fa quando da ragazzine si andava a mare a Santo Spirito, un paesino in frazione di Bari. Lì in una piazzetta c'era una giostra gestita da una bella signora e da suo figlio, un bellissimo ragazzo, poco piu' grande di noi, del quale tutte eravamo innamorate. Era gentilissimo e aveva sempre per tutte un complimento. Ci faceva fare tanti giri sulla sua giostra, e spesso saltava nei giri con noi. Passarono gli anni e lui era sempre lì, non più il ragazzino d'allora: si era fatto un uomo, sempre bello ma con un volto segnato dal tempo. Tanti bambini aveva fatto divertire sulla s... (continua) ![]() ![]() ![]()
Patate in picchiata Un piatto gourmet, anche se proprio una pietanza raffinata non è.
Le patate venivano cotte nella cenere calda che scendeva dalla stufa a legna o dalla cucina economica alimentata allo stesso modo. Si cuocevano con la buccia e tutto per far rimanere lo scarno sapore, per non farle impregnare di cenere e praticando dei tagli superficiali per evitare che scoppiassero. Il suo essere gourmet lo dava l'atmosfera del tempo, il freddo che faceva fuori, il gusto di aspettare, infilzandole, che fossero cotte al punto giusto e poi il sale che diventava gustoso come un condimento aspettando la picchiata condendole con il sapore dell'attesa, col silenzio rotto dal conversare di politica, di rivoluzioni mai vissute, di amori fatti di bevute e di carriere morte nel bicchiere. Alla fine della “finissima” cottura, ripulite dei resti del legno, dopo averle sbucciate, si picchiavano nel sale, senza esagerare, e si mangiavano. Il segreto era proprio di dosare bene la picchiata che, se abbondantte... (continua) ![]() ![]() ![]()
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