Parole in libertà
RACCONTI |
In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento. |
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Lista Racconti |
È il momento di voltarsi Ecco che la spiaggia finisce, ancora pochi passi e il mare si perde tra le stelle. Io arrivo alla meta oltre la quale mi ero promesso di affrontare i problemi e di non scappare piú.
Avevo bisogno di ritrovarmi e vedere il mare durante i primi versi dei gabbiani mi avrebbe aiutato a schiarirmi le idee. Mi sono lasciato tutto dietro, finché non sarò pronto e deciso. La verità é che dopo questo camminare non so dire se é il momento giusto o no. Io non so prendere i problemi di petto. Ho bisogno che si piantino davanti con prepotenza per affrontarmi perché quando sono messo alle strette do il meglio di me. Quando ho tempo per pensare mi chiedo se non sia meglio lasciare le situazioni come sono e non sentire il senso di colpa per aver peggiorato le cose per semplice orgoglio. Sono stanco adesso. Mi dispiace per me che devo sentirmi sempre in difficoltà. Non c'è mai una situazione in cui mi senta determinato e, preso dai ripensamenti, vado avanti sperando sia il tentativo giusto. Vorr... (continua) Armando Alfieri 24/10/2023 - 01:11 commenti 0 - Numero letture:263
Esiste sempre nella mente Le orme colpivano la sabbia, e tu camminavi da sola verso il mare, dicesti "è un sogno tesoro, questo posto è bellissimo!", le onde combattevano contro le rocce e il vento tagliente contrastava quel calore quasi insopportabile ma piacevole. Non ricordo come ci arrivai lì. Cercavo tra i miei ricordi, non sapevo cosa stesse succedendo, ma ero libero.
Nel pomeriggio, il sole baciava l'acqua, la pace che incombeva su di noi. Potevamo sentire il mare nelle conchiglie, solo un momento, e solo il silenzio. Avevo finito le parole per te e la notte venne velocemente fra le tue braccia. Una triste notte ci aspettava, uno steccato, qualcosa che imprigionava il cuore, tu eri qui, solo tu, ed io ero solo nella libertà. Ma io non potevo accettare questo, quindi ti rifiutai. "Non piangere" ti dissi, ma tu sembravi non ascoltare, che sconforto! Così ti alzasti, stringendo qualcosa nella mano fredda, un brivido pervase la mia schiena, mi venisti vicino, mi fissasti le labbra e... (continua) Salvatore Mauro 04/03/2015 - 00:28 commenti 4 - Numero letture:1180
ferite ferite cucite.. ferite tagliate.. segni sul cuore e sulla carne.. solo piccoli ricordi delle cose sbagliete... le cose sbagliate che ripeterei mille volte... errori.. errori.. che rifarei pur di tenerti qui affianco a me... errori che non hanno fine e eche non avranno mai fine, stupidi riproveri di pensieri cosi poco sazzi di qualcosa, fame che non si appaga... si appaga solo fra le braccia di qualcuno a cui non importa di chi sei, e dei tuoi errori che prenderebbe le tue feirte e le bacerebbe tutte, dalla prima all'ultima. Ferite bagnate da sangue vuoto, che farebbe bene a non smettere mai di scorrere, continuando a bagnarle per far sentire quanto bruciano, per far sentire quanto puzza quell'insipido ammasso di ossa, di poca putridra carne se decompone nel tempo, che si decompone per non lasciare nient altro che questa stupida cenere che esce dalla fottuta sigaretta...... (continua)
Giuseppe Frontino 02/06/2016 - 16:26 commenti 0 - Numero letture:1050
Fino a quando il mondo non esiste più Nella penombra delle sette di sera, Mia cammina con passo rigido e veloce lungo il ponte che porta al retro della stazione. Le risuona nella mente My funny Valentine e la voce di Chet Baker che sente sussurrare nei polmoni che paiono vibrare leggeri.
I lampioni le illuminano le spalle, tiene la testa appena inclinata in avanti; quando va di fretta assume una postura aerodinamica, come se volesse tagliare il vento con la fronte. Ha la sciarpa su, fin sotto gli occhi e con il viso avvolto, si riscalda con il proprio respiro per contrastare la brezza fredda che le si scaglia addosso. Arriva all’ingresso del sottopasso che porta ai binari della stazione, dove c’è un piccolo parcheggio. In genere non ci posteggiano molte auto, perché in quello spazio di sera le persone hanno paura anche solo di passarci vicino, mentre di giorno l’attraversano velocemente se non c’è tempo di fare il giro lungo. Come i molteplici piccoli e grandi ghetti di una città di media dimensione, quel parcheggio si... (continua) ellis lio 27/06/2016 - 20:06 commenti 10 - Numero letture:1464
Giò Si chiamava Lorenzo, ma tutti lo chiamavano Giò.
Lo conobbi in un ospedale qualsiasi, in un reparto qualunque e per puro caso. Cercavo uno studio medico e mi ero persa nei piani di questo ospedale, quando ad un tratto, mentre continuavo a camminare trafelata e cercavo di contattare la segreteria di un professore qualsiasi, urto involontariamente contro una carrozzina. - mio Dio, scusami tanto, sono così distratta… improvvisamente, come una freccia sullo stomaco, mi sento travolgere da uno sguardo disarmante, due occhi neri come la pece, un volto angelico, un colorito diafano, come la neve - Perché ti scusi signora? - spero di non averti fatto male Era lì, in mezzo ad una corsia qualunque, solo ma per nulla solitario, per nulla triste. Poteva avere 10, 12 anni…o forse, meno. Aveva tra le meni un libro ed un pigiamino azzurro come i capillari che si intravedevano sotto i suoi occhi. Ricordo che provai una stretta al cuore, un incredibile senso di impotenza e prostraz... (continua) laisa azzurra 03/01/2019 - 19:29 commenti 11 - Numero letture:1204
Girasole Ci sono giorni in cui il dolore lo vivi in solitudine e lo inghiotti, inerme. Nel silenzio di una notte d’estate, fissando la luna da uno spicchio di cielo.
Ci sono giorni in cui il silenzio ti avvolge e sembra esistere solo il buio. Perdi il senso, perdi la rotta. Navighi da solo tranne il mare dei pensieri a farti compagnia. Ci sono giorni in cui ti chiedi perché, martellandoti la testa con questa domanda, e poi ti arrabbi sperando che l’intero mondo esploda: le parole inutili che riempiono la quotidianità, parole gettate a caso che incattiviscono invece di addolcire, le corse affannate verso impegni che non vogliamo, persone di cui non ci importa, rincorrendo il tempo che non abbiamo e che invece siamo certi di avere. Ti arrabbi con te che sprechi i momenti, vivendo di progetti per un futuro che spesso non c’è. Ci sono altri giorni invece in cui non ci sono perché nella tua testa, ma solo un grande vuoto. Ci sono giorni in cui non parli. Ti chiudi e pensi a lei. A lei che non c... (continua) Michela Pomobello 20/08/2018 - 21:47 commenti 4 - Numero letture:1076
Giuditta A Sophie si strinsero le viscere; il bambino era morto. Il sangue del suo sangue, la creatura che era cresciuta dentro di lei per tutto quel tempo, che aveva succhiato la sua linfa vitale e a cui lei aveva dato tutto il suo amore, il buio nel tutto, era inerme tra le sue braccia. Sophie cominciò a piangere, a strapparsi i capelli e ad urlare alla terra che il suo corpo era smunto, la sua coscienza straziata, le sue lacrime interminabili. Un dolore simile sarebbe stato difficile da sopportare, con Marvate che era andato via da tempo e Sheila scappata chissà dove. I tempi in cui la gioia permeava la sua bocca, le disegnava con naturalezza le fossette intorno agli angoli delle belle labbra, le illuminava gli occhi di un topazio autunnale, tutti erano già terminati. Strappati, distrutti. Meritava tutto questo, ne era ben consapevole. Adesso la ruota avrebbe girato, e stavolta toccava a lei. Inevitabilmente.
Così, sola, si rannicchiò sul terreno e si lasciò avvolgere dalla disperazione ch... (continua) Giorgia Deidda 18/01/2014 - 19:39 commenti 1 - Numero letture:1542
Opera non ancora approvata!
01/01/1970 - 01:00 commenti - Numero letture:
GLORIA Era in una stanza buia, gocce d'acqua precipitavano dal soffitto. Rumori strani e molesti continuavano a tormentarlo e ovunque tentasse di andare, ritornava sempre al punto di partenza. Era un circolo vizioso, un via e vai di tentativi destinati a fallire, non aveva speranza. Il fuoco bruciante nei suoi occhi, uniche lanterne nel buio della stanza, cominciava ad esaurirsi. Solo ed in preda alla disperazione più totale, contemplava l'unica via di fuga, la più difficile e facile allo stesso tempo, dedicata ai codardi, ai miseri perdenti. Cominciò a ridere in maniera ritmica, il suono delle sue risate colpiva violentemente le pareti della sua prigione creando un eco di alti livelli che nessuno voleva udire. Il suo egoismo era l'unica presenza in grado di superare le mura della stanza, ma non trasportava con sé la richiesta di aiuto. Era destinato a spegnersi, portandosi dietro tutta la gloria repressa che aveva sognato.... (continua)
Silviu Gabriel Costin 25/02/2017 - 00:47 commenti 0 - Numero letture:1089
Guerra in follia Guerra in follia
Ares furioso ,odiato dio ,riottoso funesto , corrado cioci 28/02/2022 - 12:32 commenti 0 - Numero letture:451
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