RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Lista Racconti

     
 

Non sapevi del buio


Non sai delle carezze al buio quando dormivi; tra le parole i tuoi sguardi, nelle poesie.
Non potevi sapere che sono della stessa materia delle nubi i miei pensieri, quando il cielo appoggia sugli alberi le lacrime.
E non avresti saputo della pioggia nei miei occhi se non avessi aperta, inaspettata, la porta.
Del vuoto che hai lasciato dentro ai fogli chiudendo dietro di te la porta, di quello non saprai.


(da L'anima dell'archetto)... (continua)


Mirko D. Mastro 05/03/2025 - 05:30
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Oro è il silenzio


Languida luce di svogliata idea
proietta ombre sull'esterno di un giorno piatto
come l'umore che non solleva la piuma della tua inquietudine.
Azzardi, ma resti dentro il bluff delle parole
come una canzone che giunge da lontano,
ti sembra di riconoscerne le note
che invece sbiadiscono nel vento dei ricordi.
Segmenti di vita, paure in naftalina e goffe dame in crinolina.
Accenti messi a caso, pesano su parole senza senso.
Oro è il silenzio.... (continua)

Quirina Bucci 25/04/2025 - 16:32
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Parole disperse nel vento


Parole disperse nel vento ,ricordi di
quel tempo senza pietà, lacrime infinite
per quei giorni di incredibile follia dove la pace era solo un sogno dove l'odio era senza perdono.Parole disperse nel vento
per non dimenticare di come l'uomo di tanta atrocità sia stato capace.
Donne, uomini e bambini urlavano quella pietà senza ascolto ,vittime innocenti verso un grido di pace senza perdono.
Parole disperse mentre il tempo scorre via tante atrocità perse nella via tanto odio senza un perché, tante vite strette in una morsa ,bambini che gridavano in silenzio chiedendosi cosa avessero potuto fare in così poco tempo della loro innocente vita
Odio che correva veloce non lasciando
a nessuno quel minimo spiraglio ,attimi di sofferenza urlano ancora nel tempo .
Ventisette Gennaio ,mai vi dimenticheremo
Giorno della memoria ,un giorno scolpito nel cuore nessuno mai dimenticherà di come l'uomo sia stato capace di tanta atrocità. Dolore immenso per quel tempo di incredibile... (continua)

RITA ANGELINI 29/01/2024 - 11:12
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Opera non ancora approvata!

01/01/1970 - 01:00
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Perduto e ritrovato


Finalmente era arrivato il giorno che si andava al tempio, il fanciullo Gesù era emozionato e felice; sua madre aveva preparato provviste per il viaggio e suo padre aveva preso accordi per aggregarsi ad una carovana e fare così il viaggio insieme. E si partì, il tragitto non fu particolarmente pesante e quale emozione avvicinarsi alla grande città. Nel dedalo di vie e viuzze c’era gran fermento e movimento di persone ed animali. Il tempio: finalmente si era arrivati ed entrati si fecero le offerte secondo la
Legge; la confusione era tanta e il fanciullo Gesù sparì dalla vista dei genitori, che però al momento non si allarmarono più di tanto, fiduciosi che lo avrebbero ritrovato nella carovana, che ormai si apprestava a ripartire. Sennonché, cercatolo, non si trovava, nessuno ricordava di averlo visto e allora salì l’angoscia. I due genitori decisero di tornare indietro e tornati precipitosamente al tempio, lo trovarono assorto nell’ascoltare e addirittura intervenire nei colloqui con... (continua)

Ivana Piazza 04/01/2025 - 23:01
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Poussoir


Abbottono a fili di spago come capelli d'angelo caduto le luminarie, e al duffle gli alamari ma dalla fodera rosso cotto tartan per apprezzarne i quadri, che son tele al cielo d'inverno i laterizi attorno.
E prende vita la ringhiera.
Per mano la tua assenza, muovo passi appena da farmi avanti nel grigio che si fa viola dell'intermittenza dei lampioni.
C'è nebbia, che vien pace sui fari spenti delle automobili.
Da scale tra abeti di lumini fiochi faccio ritorno, a letto la federa accanto sa di gioia nei poussoir chiusi come i tuoi occhi.


(da L'anima dell'archetto)... (continua)


Mirko D. Mastro 09/12/2024 - 06:05
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Resilienza


In un mondo di tenebre ha brillato la sua luce, un enigma avvolto in mistero e dolore. I suoi occhi raccontano storie di sofferenza, di notti tempestose e giorni oppressivi. Ha sfiorato l'amore, ma è stata lacerata dalla violenza di chi le aveva promesso protezione. Il suo cuore è un mosaico di cicatrici, scavate dal pugno di chi avrebbe dovuto amarla. Eppure, la sua forza è come un uragano silenzioso, sussurrando la sua luce nell'oscurità, mentre il vento soffia via le lacrime. Oh, come vorrei poter asciugare quelle lacrime e ridare colore ai suoi giorni grigi. Amore, la tua bellezza risplende nonostante le ferite, e io veglierò su di te finché sboccerà di nuovo il tuo sorriso.... (continua)

Umberto Palazzolo fischietto 04/04/2024 - 18:38
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Ricordare il Dimenticato


Opera non ancora approvata!

Cristina Del perugia 11/12/2023 - 06:51
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Riscrivi la storia con una storia.


“Già lo chiamano Rabbunì” disse Saraj la sua ancella.
Saraj era la figlia di un pastore che molti anni prima, in una gelida notte, mentre vegliava il suo armento seguì una luce, strana, mai vista prima, forse sembianze nell’oscurità e condotto ad una delle tante grotte che c’erano in quei campi trovò una famigliola povera gente come lo era lui.

Quel giorno Claudia, la bella Claudia Valeria Procula, moglie del Governatore Pilatus era seduta tra la folla ai piedi di quella montagna. Lasciate le vesti di broccato vestiva una tunica come Saraj; un velo le copriva i capelli raccolti all’ultima moda imperiale.
Quando quell’uomo “il figlio del carpentiere” parlò, le sue parole erano più che poesia: “..e beati voi, perché.. perché grande è la ricompensa nei cieli”. Discese dal monte e mentre passava tra di loro, Claudia d’istinto con una mano gli sfiorò la tunica. Quel Rabbì si fermò e datole una mano la fece alzare. Quando i loro occhi si incrociarono, le sorrise e nel cuore di Claudia f... (continua)


Stelio Utisele 10/05/2024 - 10:38
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Sera di nuovo


Non è uno stato d'animo, non una sensazione la solitudine.
Il tetto che di notte quasi tocca il naso, la bocca appiccicata.
Sono gli stessi muri di ogni sera che si fanno più vicini, la solitudine.
Quel silenzio reale che schiaccia le orecchie.
Il niente si prende i pensieri, il freddo sale dalle dita e le ore restano ferme, ma solo per un momento.
Quel momento è il senso, quando le ore cominciano a cadere.
I muri allora iniziano a sparire.
Qualcosa come una patina gelida e visibile avvolge i timpani.
Resta silenzio.


(da Caldolana)... (continua)


Mirko D. Mastro 25/11/2024 - 05:59
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