RACCONTI |
In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento. |
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Lista Racconti |
Undici Chilometri 3. Barga era il contraltare di Renaio; era comunque vacanza, ma quando ci andavamo, tornavamo a vivere un’atmosfera novecentesca. Si poteva fare la spesa in più botteghe, comprare il giornale, essere circondati dalle case, vedere le auto, c’era anche la farmacia e in caso di necessità l’ospedale. Solitamente ci andavamo, quando anche babbo era in ferie, ogni quattro o cinque giorni e il 16 agosto per San Rocco, in auto, ma si poteva andare anche in pullman, o meglio con la corriera che partiva dalla piazza di Renaio alle 8.00 per ripartire dalla cittadina verso mezzogiorno. Una discesa indimenticabile in auto è stata invece una sera in preda ad un attacco di asma, fu una discesa verso la farmacia su una mini guidata da una cugina di Enrico, seduto sul sedile posteriore: sembrava di fare un rally, strada completamente libera e alberi che correvano di lato e che si aprivano davanti a noi illuminati dai fari.
L’arrivo al paese avviene oggi attraverso la nuova strada, un’autostrada in conf... (continua) ![]() ![]() ![]()
Undici Chilometri 4. La preparazione del pane era uno spettacolo che andava in scena due o tre volte la settimana, al quale assistevamo con mio fratello come se si trattasse di un film. Solitamente quando arrivavamo – eravamo alloggiati in una casa di proprietà della stessa famiglia, poco distante dal centro della frazione – il forno era già in funzione, alimentato con le fascine di legno di castagno stoccate in prossimità, ed Enrico era in procinto di iniziare la fattura del pane, servendosi di una conca di legno nella quale mischiare farina, acqua e lievito. Da lì in poi era un lavoro di braccia per girare e rigirare la farina facendola divenire un tutt’uno con gli altri elementi, formando una massa omogenea che si adagiava sul fondo della conca.
La prima fase della preparazione finiva con la formazione delle picce di pane da un chilo, pesate sulla bilancia a basculla, messe sulla pala di legno e infornate dopo aver liberato il forno ormai caldo dai resti delle fascine, chiuso infine con il suo coperchi... (continua) ![]() ![]() ![]()
Undici Chilometri 5. Il ballo ha fatto la sua comparsa dopo l’arrivo della luce o forse poco prima, grazie ad un generatore di corrente a motore diesel che integrava la scarsa energia proveniente dalla rete elettrica; andavano di moda le mazurche, i fox-trot, i valzer e non poteva mancare il “casachok”, il ballo della steppa nella versione di Dori Ghezzi che una sera vide uniti nel ballo il Peppe ed il Notarone, finiti per terra cercando di ballarlo insieme in un cerchio che si era fatto intorno a loro. Era un’occasione di grande divertimento per tutti, assicurato da un juke-box vecchissimo fornito col repertorio di una quarantina di 45 giri azionato da Vinicio, figlio di Giovanni; non c’era neanche la possibilità di fare le combinazioni di lettere e numeri come negli apparecchi più moderni, ma solo un pulsante per ogni disco.
La “Tonda” era, quando si veniva per Pasqua, obbligatoria: un giro delle bellezze del posto e una visita, solo fuori, alle case che durante quei quattordici anni avevamo abitato... (continua) ![]() ![]() ![]()
Opera non ancora approvata!
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UNO STUPEFACENTE EPISODIO Tzia Franzisca chiuse l’oblò della lavatrice Naonis ed avviò quel lungo lavaggio a lavare i pantaloni dei figli appena rientrati dalla casa dei nonni, in campagna, e che necessitava di acqua bollente e detersivo potente a togliere le macchie di terra, di erba, di resina, talvolta di sangue e di tutte le tracce di escrementi lasciate durante il passaggio per il pollaio e per la porcilaia.
Era incredula, guardava il cestello girare a cancellare tutta la giornata appena finita, ma non riusciva a togliersi dalla testa ciò che aveva letto su quel biglietto trovato avvolto insieme ad alcune banconote nella tasca dei jeans di Alberto, e che purtroppo parlava chiaro. La scrittura era di suo fratello Peppe, nostro zio, perché come succedeva spesso i nostri zii ci davano piccole commissioni da fare in paese. A quei tempi non avevamo ancora il telefono per cui anche mia nonna mandava la lista della spesa con uno zio che faceva il fontaniere in comune e che a fine lavoro passava a casa nost... (continua) ![]() ![]() ![]()
Vacanza in umbria Ricorreva l’anno 2000 e inizio agosto, ancora mi dovevo organizzare per le vacanze estive, quando la dottoressa Aida, mi offrì una settimana di vacanza, nella sua casa di multiproprietà. Lei non ci poteva andare e aveva avuto la carinissima idea di propormi di andarci al posto suo; non vi dico la gioia dei miei figli e quella di mia moglie. Non sarò mai abbastanza riconoscente ad Aida, per la magnifica vacanza che ci ha regalato, perché inaspettata e poi al di là della breve conoscenza lavorativa, non c’era un’intimità tale da giustificare questo gesto; allora lavoravamo nella stessa farmacia. Dovete sapere che i dottori di farmacia (a parte i titolari) vanno e vengono e difficilissimo trovarne uno che resta tutta la vita lavorativa, in un'unica farmacia; quindi ne ho conosciuti moltissimi, quando lavoravo in quel settore. Giunse il giorno della partenza e alla mattina presto arrivammo al “Villaggio Carpie Diem Living, dovemmo aspettare più di un’ora per avere in consegna l’appartament... (continua)
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VACCINO Dopo aver prenotato il vaccino, con mio cugino, di qualche anno meno di me, andiamo a farlo in un centro commerciale, a trenta minuti da casa.
Credevo che sarebbe stato tutto in velocità, invece abbiamo dovuto sfidare mari e monti per una piccola punturina, non di zanzarina. Prima di tutto, all' entrata, la protezione civile ci misura la temperatura, no febbre, si caldo, poi ci controlla la carta dell' appuntamento, se abbiamo firmato i moduli e ci chiede se abbiamo la tessera sanitaria. Io tiro fuori quella dei vestiti, andrà bene lo stesso. Poi ci dice di avanzare in una stanza, dove altre persone stanno ancora compilando i moduli. Sono le 15, poi le 15.15, poi le 15.40, ma noi avevamo l' appuntamento alle tre e mezza. Così avanzo verso uno della protezione civile e gli dico che l' ora è già avanzata. Come un tenente colonnello, mi dice che l' ora non c'entra niente. Aspettiamo ancora cinque minuti e poi ci fa segno di prendere il corridoio a destra e così fi... (continua) ![]() ![]() ![]()
Opera non ancora approvata!
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Opera non ancora approvata!
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