Seduto sul letto, immagino la mia casa.
Chiudo gli occhi e sono lì.
Accanto al tavolo, accarezzo quel pezzo di pane scaldato, che profuma di caldo tepore.
Fuori fa freddo e sento addosso ancora di più  il gelo.
Non è solo inverno fuori, ma anche dentro di me.
Così lontano da tutto quello che per me è importante.
Il mio spazio, il mio tutto,  casa mi manchi!
Mi manca mia figlia che arriva in punta di piedi,  mi porta la spesa,  mi aiuta a rifare il letto con dolcezza,  ormai sono vecchiotto, ci vuole pazienza.
Mi mancano i miei  affetti, i miei amici, i dolci cagnolini dei miei vicini che si rincorrono.
I loro occhioni che mi guardano.
Il campanello che suona e io che apro il cancello.
Adesso posso solo accarezzare questo letto bianco ed immaginare il profumo delle mie coperte.
Andare piano sotto la mia trapunta per stare al caldo e mi protegge da quello che sto passando.
Ascoltare la TV e rilassarmi, mangiando la mia brioche preferita.
Immagino come un fiocco di neve... (continua)

Dopo aver avuto come macchina di cortesia la mitica Punto, ora un bel viaggio al futuro, senza amico scienziato, al km 88.
Accelero e mi trovo nel presente 2024, con un Pandino.
Facendo dei calcoli, ha circa 40 anni, anche se sembra la macchina dei Flinstones, con qualche opzione in più.
Per accendere gli anabbaglianti, si preme un pulsante simile a quello della luce, chissà che bolletta al km 89!
I finestrini si girano con una manovella clava misteriosa.
Gli ammortizzatori fanno saltare i sedili, catapultandomi nel gregge pecore vs capre.
Forse anche stambecchi!
Nel vano porta oggetti un deodorante Borotalco attira la mia attenzione.
Qualcuno si è profumato o ha profumato la macchina per un appuntamento romantico?
Sul sedile improvvisamente fiori e cioccolatini, fanno diventare i miei occhi a cuoricino.
Non sento più odore di stalla, la macchina sembra più bella, le marce entrano alla perfezione e non sento più la centrifuga della lavatrice sballottare tutto.
Davanti a me,... (continua)

Dopo essere tornata da un giretto, la macchina inizia a dare uno strano segnale e vedo del fumo all' improvviso!
Chiamo con i miei il meccanico e dopo aver guardato attentamente tutto, dice che sembra  un danno grosso!
Così triste mi faccio portare i primi giorni a lavoro da mio padre, la mia macchina non si può muovere!
Mio padre che faceva il camionista è contento, io di meno, perché così controlla ogni mio movimento e sequenza di shopping!
Lui rimane nel parcheggio come un militare che ricerca una caserma, mentre io ho solo dieci minuti per provarmi due cose al volo.
Così esco dal camerino, sconvolta  e  spettinata come un gallo, accaldata come se fosse luglio, ma riesco lo stesso a comprarmi qualcosina.
Vada per un vestito nero estivo, incrociato nella schiena che mi rende la vita snella, come vitasnella!
La commessa che mi conosce, mi dice che veloce, ti piace tanto se lo compri al volo!
Direi che non ho tempo per camminare e volo verso mio padre!
Dopo tre giorni di auti... (continua)

Guardo attentamente le lancette del mio orologio, sbadiglio un paio di volte e chiudo gli occhi.
Le lancette fanno tic toc nella mia mente,  ed è così che inizia il mio sogno.
Sono catapultata dentro una foresta, con mini costume sgambato, a forma di ape, vicino a me, Milky il mio gatto rosso con gli stivali e la sua amica mosca.
Dobbiamo cercare attraverso una vecchia mappa di fazzoletti scaccolati,  un sentiero che porta al tesoro, pepite di crocchette!
Sarà sicuramente sotto un albero.
Oppure su una caccola nasale.
Controllo il pungiglione sul sedere, stando attenta a non pungermi una mano,  regalo una carezza al musetto di Milky e gli rubo gli stivali.
Tieni qui, le mie Skethers, così potrai saltare se vedi le scimmiette e tu mosca non appoggiarti a niente,  rimani sulla testa di Milky e fai la brava!
Così Mary, gatto e volpe ops mosca,  iniziano a seguire la mappa tra piante rampicanti,  alberi millenari,  serpenti e vari volatili minacciosi, di toglierci le penne dal se... (continua)

Ricordo ancora  di quando ho fatto la patente, l' emozione quando sono salita in macchina e ho acceso il motore la prima volta, dimenticando la cintura ma non la gonna.
Era estate e faceva molto caldo.
Dopo le lezioni di teoria, dove mi sedevo vicino ad un secchione, facendo la carina e lui in cambio mi sussurrava le risposte, finalmente era arrivata la pratica.
Come tutte le donne, una controllatina ai capelli lisci nello specchietto e al trucco e via sul pedale.
Eravamo sempre in due a fare il giro con l' istruttore, non solo di guida ma anche di boxe, visti i quasi numerosi non incidenti.
Guidavano la 206 blu e facevamo mille casini.
A parte la macchina che moriva in salita,  dovevamo tirare il freno a mano, per non finire come in una centrifuga catapultati in una foresta triangolo delle bermuda.
I parcheggi non ne parliamo, per l' istruttore era importante guidare la strada si.
Era sempre al telefono e a volte si prendeva a caso la destra o la sinistra, finché non siamo ... (continua)

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