RACCONTI |
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Autore |
Francesco Forgione Da umile terra,di piccola casa
Di gente che la campagna piega,e nella membra han la polvere Di zolle in pietra, per il borgo ove nacque ,non conobbe l ‘argento,ma lo spirito d’Estia. Va il pargoletto tra viti e fossi,a scroprir la sua meta, sa che è servo della grande miseria. Tu uomo dalle carni lacerate,dalla fronte bassa E calzari ,fai del tuo corpo la copia del grande Agnello che in noi ,per noi si immola. Piagato,piangente,devoto e pur irriverente Questo visse ,onde far novello patto sulla croce. Ne porti il segno nelle pietose mani Nelle bende di sangue matide,nel costato dilaniato. Ubbidiente il bon frate, alla voce del Padre Di ricordar quanto dolore nei calici si versa Per noia e falsa fede. Fulminato dalla volonta del primo sole Mosse i pie ,ma ,fai ammenda non son tutti Dei suoi disii riverenti,ma fieri! Miglior pianta del suo giardino Percosso dal mal ,dal dolor inardito, radice d’amor in te si infonde rifletti ,la luce ,il biancor delle sacre ... (continua) ![]() ![]() ![]()
Sacco di roma Sacco di Roma
Roma ,Roma abbattuta e conquistata ![]() ![]() ![]()
nuvole Nuvole
Odo mugghiar questo vento ![]() ![]() ![]()
memoria di un cavaliere Ho visto le bianche mura di gerusalemme,
ho creduto nel Dio celeste,ho combattuto in questa veste,il ferro al mio fianco il cor rosso batteva e ardeva come brace in inverno. Ho sentito il mormorio del mare E il vento che ha soffiato nelle Vele,che dalle calde spiagge di palermo M’ha portato alla terra del giudeo. Romba di tamburo, un giubilo nella gola cresceva ,cresceva come fanno l’onde tormentate da correnti possenti le fanno franger sulle rocce schiuma ,e fragor si perdono nei gorghi. Gridavam oltre la nostra vita: “Deus vult” E non temiam ferita! Archi gia pronti a lanciar le Piumate frecce,pensieri volavan con Quelle. Rosse come scintille di un fuoco Nella notte eran le stelle piu belle. Il rumor del ferro,e del sangue Un unico canto, un unico feral inganno. Volti sconvolti Oltre l ‘alte mura , pelle brunita,vesti straniere ma pur un tutt’uno dell’unica famigli umana. Anche lor invocavan un dio, un vissillo del loro amor. Ma ove eri dio in ... (continua) ![]() ![]() ![]()
il giardino dell'anima IL GIARDINO DELL’ANIMA
Caduto in un sonno che ai sensi tolse poter, camminavo d’incanto in un bel prato,ove ordine e armonia cantavan in cor li senti vibrar la coscienza mia. Nel far del giorno sorgeva la stella e irradio di sua luce l’universo Mi prese tal gioia che mi sentii perso. Era il giardino dell’anima quando nasce pura e casta Dal primo pensier che l ha creata Il sentier s’adornava di tanti e tali fior che non potevo Toglier lo sguardo da tal miraggio. Mazzi di gialle margherite mi accompagnavano il passo, di lontano sentivo l’aroma del violaceo glicine che s’adagiavano su argentei ulivi. Scorsi, in quella aurea una donna Di bianca veste,che mi sorrise ,con lei mi fermai a Ragionar del nostro essser creature,or fallaci or fanciullesche. Tant’era il disio di comprender quel mondo Che la fatica non era d’intoppo. Tra l’erba una madre che s’adorno le spalle Di rossa lana e un pargol al sen tenea, vidi quella figura, che tanto mi prese che quasi restai il m... (continua) ![]() ![]() ![]()
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