RACCONTI |
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In questa sezione potete consultare tutti i racconti pubblicati da ogni singolo autore. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista dei racconti anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento. |
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Autore |
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Auguri a lei che quando era piccola l’albero era finto, ma il Natale era vero Alcune vite fa scrissi due poesie sul Natale. “La leggenda del giocoliere” dove un poveromo, capace ancora di accorgersi di un fiore cresciuto in un tombino di scolo, portò in dono al bambinello l’unica cosa che sapeva fare. Volteggi e palle colorate. Come quelle di vetro, plexiglass o plasticaccia, conta poco, che addobbano l’albero d’ognuno accanto alla porta.
Anche se so bene che il vinaio del presepe vi vede che nella parte dietro mettete meno palline. Potrei dirvi che nello scatolone le statuine è come se prendessero vita per passare l’anno a intrecciarvi le lucine. O che ogni volta mi addormento quando tirate fuori le pecorelle una ad una. Chi sono io? Sono stato in presepi dove c’erano troppe pecore, ma nessuna voglia di toglierle. Così qualcuno ci metteva un lupo. Potrei raccontarvi di come Giuseppe, oppresso dallo scenario nel quale viviamo, ieri se ne sia andato a comprare le sigarette e non sia ancora tornato… O dei pecorai in fila con gli smartphone in mano per farsi ... (continua) Mirko D. Mastro 26/12/2019 - 22:25 commenti 4 - Numero letture:979
Notevole Eccolo che anche oggi arriva. Fa girare i pedali con la stessa leggerezza che accompagna lo scorrere dell’unica solita via che cambia solo il nome che assume percorrendola. Che poi uno non sarebbe nemmeno obbligato a percorrerla per arrivare in qualche posto visti i parecchi negozi chiusi forse perché qualcuno si è stufato, o solo ha scelto di andarsene. Tra quelli rimasti c’è chi espone quasi tutti i giorni, e chi ogni tanto… ma lui è per la merce di buona qualità che capita non ottenga sempre il giusto gradimento. E capita che la gente in strada ne parli. Quasi sempre la stessa. Il più delle volte si scambia la cortesia. Ma è obiettiva la qualità della riparazione dei suoi mocassini appena ritirati dal ciabattino al fondo del passeggio. Ne ascolta il rumore sul battuto che si sposa con lo scorrere del moto misurato di una foglia che accompagna la fervida fantasia della parte terminale dei pantaloni che vorrebbe tanto congedarsi dalla molletta per giocarsela col fazzoletto a bandiera ... (continua)
Mirko D. Mastro 22/01/2020 - 19:21 commenti 5 - Numero letture:1060
Nel novero delle cose Che ho tre figli e una moglie, e una dipendenza dall’odore dell’inchiostro da cui non intendo curarmi chi di voi mi legge da un po’ oramai lo sa.
Ma vorrei raccontarvi di quando Mirko D. Mastro non aveva l’iniziale del padre Domenico nel nome. E ancora prima che fosse MastroPoeta, quando Mirko non era che un adolescente della periferia di Monza. Non sono mai stato un ragazzino come gli altri. Frequentavo il liceo Bartolomeo Zucchi, nome risonante come sarebbe stato il futuro di Marco. Eccellente e famoso musicista, un po’ meno a mio parere cantante. 400.000 dichi venduti tuttavia, si sa come vanno le cose. E Luciano, diviso tra Platone e lei… Lei, come dimenticare Federica che era sempre pronta a lunghe cene seguite da un simposio di canti e carmi sulle note di odori e aromi dei suoi Verlaine e Rimbaud, e ahimè Baudelaire. Cosa ci accomunava? La melanconia. Confesso la mia dipendenza dalla malinconia. Come droga, quando non la sento nelle vene, la cerco in un cassetto o in un an... (continua) Mirko D. Mastro 30/01/2020 - 19:33 commenti 8 - Numero letture:1104
Nel novero delle cose 2 A quei tempi frequentavo Linda, e forse qualche ricordo. Quella che in una vecchia mia poesia scriveva solo il suo di nome sulla sabbia. Sarebbe potuta anche essere una bella storia la nostra se solo non fosse stata tanto euforica all’idea di testare tutti e 39 i fiori… avevo detto Bach, già.
Così la Toccata e fuga in Re minore divenne solo la mia fuga verso la più tonica e non sol maggiore realtà di Milano. Sul treno, nel walkman “La fabbrica di plastica” di Grignani perché mi sentivo diverso. Qui conobbi Silvia che stava con un meneghino con ogni sera l’obbligo di firma. Non ho mai capito perché stessero insieme, visto che lui passava le giornate tra il Leoncavallo e il calcetto con gli amici. Io e lei andavamo sempre in un caffè letterario, una specie di libreria caffè dove si potevano trovare personaggi più o meno autorevoli del panorama artistico. Tranne quel pomeriggio. Bucammo proprio quel pomeriggio… niente autografo sul libro, niente Francesco G. In quel periodo Silvia mi... (continua) Mirko D. Mastro 01/02/2020 - 19:34 commenti 6 - Numero letture:1050
Questo è meraviglioso <Se non ti indispone troppo, potrei sapere chi sei e dove mi trovo? E sempre a patto che non ti turbi… a che ti serve un orologio fermo!?>.
“E a che ti serve la D nel nome, Mirko Dormo poco e sogno anche meno?”. < Il caos voluto dal giorno, certo ad esprimere la vita diventata molto disordinata, in cui i ruoli non hanno più la validità di una volta, un susseguirsi di azioni che esprimono a volte disagio... alla fine lascia un po'di amaro, e da riflettere. E poi la D. non sta per dormo… La notte invece scrivo, e non gioco con i sogni perché poi ci si sveglia>. “Ho un nuovo tipo di sveglia, sai? Non fa rumore. Usa la luce e diventa sempre più luminosa finchè non ti svegli. Cos’è? Cos’è? (1)”. <Insomma… non sopporto gli indovinelli, e non mi hai risposto riguardo l’orologio>. “Sei in fiumi di inchiostro spesi benissimo. Non capisco perché una persona possa aspettare tre ore che un pesce abbocchi, ma non riesca ad aspettare l’ora legale… Se io fossi uno di quei signo... (continua) Mirko D. Mastro 05/02/2020 - 19:36 commenti 8 - Numero letture:1094
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