RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutti i racconti pubblicati da ogni singolo autore. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista dei racconti anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Autore

     
 



Con la luce flebile andò via

Alla luce flebile del lampione se ne andò. Sulla panchina dove la ciclabile accompagna il marciapiede tra le acacie d’autunno.
L’automobile nei pressi da appartamento, diceva “Casa è dove sta il cuore”.
Una vecchia Giulietta con le gomme a terra, così i suoi occhi.
Nel serbatoio da settimane un eco, e nello stomaco.
Qualcuno passa di lì e lascia nel bicchiere per le offerte un petalo, e lo osserva dormire.
Inturgidisce il petto lo stradino come a dire “…il solito barbone”, allunga il passo il ghisa.
Uno sguardo dentro a un paltò dismette la sciarpa, e di quella ne fa scaldino per i buchi nelle calze.

Le acacie, loro sanno che non si sveglierà con il prossimo autunno.... (continua)


Mirko D. Mastro 07/11/2023 - 08:29
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Umarell di Anna C. e Mirko D. M.

Leggeva il giornale del giorno prima sulla sua poltrona il Tancredi, mentre la Tanzia preparava gli stivali di gomma per andare a far castagne con quelli del coro di Castagneto.
Nelle sue pantofole, in vestaglia lui a un tratto "Che dici, Anzina, se vado via per un po'...".
"Fai pure" e intanto borbottava "ricordati la Magnesia, la San Pellegrino nello stipetto non quelle sottomarche che prendono quelli che conosci tu. Vai con qualcuno?"
Aveva capito solo stipetto e qualcuno, il Tancredi "Pensavo di chiedere a Pellegrino".
Borbottando più in fretta, capacità che l'uomo col naso nelle notizie d'attualità non era mai riuscito a comprendere nei 55 anni di matrimonio "Quello del cinema Perla, bella roba... Fatti tuoi. Ah, poi non scordare il cambio del pannolone. E il criceto".
Nel giornale si diceva che a Villasanta, in provincia di Monza e Brianza dove il Tancredi aveva lavorato tutta la vita per un impresario del posto il Signor Mil... (continua)

Mirko D. Mastro 23/12/2024 - 05:49
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Ardenza (drabble in ritardo)

Appoggiato al leccio, Cosimo <Perché mi fai soffrire?>.
<<Perché ti amo>> Viola <<chi ama vuole l’amore, anche a costo del dolore>>.
<No, non mi ami! Chi ama vuole la felicità, non il dolore> grattandosi la schiena alla corteccia.
<Mi fai soffrire apposta, allora…>.
<<Sì, per vedere se mi ami>>.
<Certe cose non le ammetterò mai>.
<<Invece sì, perché mi ami e soffri>> ridacchiando <<Dimmi, perché mai l’amore va ragionato?>>.
<Per amarti di più. Ogni cosa, ragionandola, aumenta di potere>.
Pizzicandosi il collo, Viola <<Un ragionamento può essere sbagliato, un’emozione no… Cosimo, temo tu stia impazzendo>>.
Dandole le spalle <L’autore di questo romanzo mi disse che è impossibile stabilire dove e quando nasce una fiaba, così la pazzia>.... (continua)

Mirko D. Mastro 23/11/2023 - 06:25
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Ardenza (il racconto)

Con la schiena al leccio, Cosimo < Perché mi fai soffrire?>.
<<Perché ti amo>> Viola <<chi ama vuole solo l’amore, anche a costo del dolore>>.
<No, non mi ami! Chi ama vuole la felicità, non il dolore> grattandosi la schiena ai nodi della corteccia <Mi fai soffrire apposta, allora…>.
<<Sì, per vedere se mi ami>>.
<Certe cose non le ammetterò mai>.
<<Sì che le ammetti, perché mi ami e soffri>> ridacchiando <<Tu ragioni troppo. Perché mai l’amore va ragionato?>>.
<Per amarti di più. Ogni cosa, a farla ragionando, aumenta il suo potere>.
Pizzicandosi il collo, Viola, ora che il leccio guardava al vespro <<Un ragionamento può essere sbagliato, un’emozione no… Cosimo, temo tu stia impazzendo>>.
Dandole le spalle <Il viola ha in sé qualcosa di malato, di spento come lo è la cenere. E triste, come i quadri di Kandinsky. Assomiglia al suono del fagotto, profondo e grave. Il rosso co... (continua)

Mirko D. Mastro 25/11/2023 - 08:04
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Non per tutti l’acqua del lago è dolce (90 parole)

Tutte le vite iniziano con una donna e così anche la mia… o così credevo.
Alla mia nascita l’infermiera aveva cure frettolose, comprensibile con a casa figli e un marito. E seppi dopo, un cane.
Seguirono madri affidatarie e una ex moglie che in fondo, non posso darle torto, preferì il cane.
Ora mi sposta dalla sedia a rotelle al letto un’inserviente che ha sempre mille cose da fare qui alla casa di riposo sul lago.

Aspetto un’ultima donna ancora, veste candida e due ali o tetra cera e falce che abbia.
Dopotutto, cesserà ogni cosa come è cominciata.... (continua)


Mirko D. Mastro 29/11/2023 - 06:40
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