Il tempo passava, ma niente, nulla, non un solo pensiero si era chiarificato, strabuzzava gli occhi cercando di vedere oltre la fitta nebbia in cui era avvolta la sua mente. Vuoto. Stava per chiudere tutto, andare via, si era fatto tardi e cominciava a sentire i morsi della fame. Non aveva pranzato e, ormai, doveva essere ora di cena. Stanca e avvilita, si accingeva a spegnere il computer quando vide una figura venire verso di lei. Si materializzava ad ogni passo, testa alta e espressione fiera “Io sono Claudia” disse “mi stavi aspettando”.
Possono...Aiutarci
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Possono…Aiutarci
Seduta su una scomoda panchina nei giardinetti adiacenti la sua abitazione , continuava a guardare lo schermo del suo computer, un foglio bianco che avrebbe dovuto essere riempito e consegnato al più presto alla redazione, visto che lavorava ad una testata giornalistica e che la prova dei tre mesi
sarebbe scaduta dopo quest’ultimo articolo.
Anche il tempo non l’aiutava una fredda giornata d’inverno, senza aver pranzato con gli occhi fissi nel vuoto per poter carpire parole che proprio non volevano uscire
L’articolo avrebbe dovuto riguardare un tema scottante, la morte di una ragazza per un incidente, anche se la dinamica non era affatto chiara.
Ciò che la bloccava non era l’argomento, ma il fatto che anni prima aveva conosciuto quella ragazza mite, ossequiosa, gentile ad una festa di compleanno , ebbene sì il compleanno di Claudia .
Si era presentata, come si soleva dire, da infiltrata visto che era stata portata da un’amica di entrambi, c’era anche la famiglia della festeggiata, gente per bene . Poi dopo quella sera, l’aveva persa di vista , quegli incontri che durano poco, casuali, seppur piacevoli.
Purtroppo l’aveva rivista sulle pagine di un giornale. Ora non avendo il coraggio di andare dalla famiglia per conoscere meglio i fatti si trovava priva d’argomenti per poter scrivere quel maledetto articolo.
Ormai stanca stressata dal freddo e dai mille pensieri, mentre si accingeva a chiudere il computer vide materializzarsi tra la nebbia una esile figura femminile. Strabuzzò gli occhi quando
vide la forte somiglianza con Claudia, ovviamente ricordando la foto del giornale.
“Io sono Claudia” disse “mi stavi aspettando” dall’altra parte silenzio incredulità e quant’altro…
“Vedi ho visto con quanto affetto mi hai ricordato a quella festa, e sento che non lo fai solo per mantenerti il posto, ma perché sei rimasta colpita da questa storia, allora ho chiesto di poter tornare,solo per poco su questa terra per aiutarti, e come vedi mi è stato concesso”…
L’aspirante giornalista riaccese il computer e cominciò a scrivere ciò che Claudia velocemente dettava, descrivendo la dinamica dell’incidente in ogni particolare. Dopo aver terminato alzò lo sguardo per ringraziare Claudia , ma al suo posto non c’era nessuno.
Aveva sognato oppure la ragazza era veramente venuta in suo aiuto, dopo un forte sbigottimento optò per la seconda ipotesi , loro ci vedono e possono aiutarci!
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