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VITA INTERIORE DI UN PERSONAGGIO

Le istruzioni sono:

Descrivi un personaggio che si accinge ad andare al supermercato per fare delle compere. E' allegro e felice perchè è innamorato.
Descrivi lo stesso personaggio nella stessa scena in un momento successivo quando sta vivendo la dolorosa rottura della sua relazione.


~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Amici di sventura Prima parte

SCENA PRIMA: Pasquale (primo aspirante suicida) un uomo molto garbato e a modo, vestito in maniera elegante, è sulla torretta di guardia del penitenziario intento a buttarsi nel vuoto quando, improvvisamente, ecco accedere l’imprevisto:


PASQUALE: (Mentre si toglie la giacca e si accinge a
buttarsi) Esclama, a voce alta, tra se e se: “No basta adesso la faccio finita!! meglio il dolce ozio dell'oblio che una vita terrena in queste condizioni. Basta voglio farla finita!!”
(ENTRA GIACOMO)
GIACOMO: (Persona scorbutica, arrogante prepotente e
malvestito). (Giungendo di corsa sulla torretta)
E no, e no!!! (esclama vistosamente stizzito) assolutamente no!!; togliti subito da lì! Quel posto è mio, ho visto prima io che non c'era la guardia …guai a chi me lo tocca! Giù…! scendi giù subito da lì chiunque tu sia!!
PASQUALE: Ma… veramente io…
GIACOMO: Veramente un bel niente! Ma come… uno
fa la spia da tanto tempo in attesa che non trovi
nessuno appostato sopra di guardia e tu tomo, tomo appena non ci trovi la guardia sei subito pronto a fregarmi il posto. Certo che se uno nasce ladro… è pronto anche a rubarti un’ idea.
PASQUALE: Ma… veramente io volevo...
GIACOMO: Ancora!! e insisti!! Ma veramente cosa!?
Volevi… che cosa? Cosa vuoi dire che sei arrivato
prima di me? Per caso vuoi dire che giungendo per primo hai acquisito il diritto di precedenza? Non pensavo che si dovesse acquistare un biglietto di prenotazione o fare la corsa per arrivare primo per acquisire il diritto di buttarsi per primi da quassù.
PASQUALE: Più che un biglietto o una prenotazione
occorre una buona motivazione… e di motivazioni io ne ho certamente molta più di lei; poi le faccio osservare che, effettivamente, arrivando per primo ho, giustamente, diritto di precedenza. E poi c’è anche il fatto che io avrò, certamente, qualche anno più di lei e ci si potrebbe rispettare anche il diritto di anzianità. Lei quanti anni mi da?
GIACOMO: Perché non ti bastano quelli che te ne hanno
già dati…? E poi… da che mondo è mondo il diritto di precedenza se lo acquisisce chi è più anziano qui dentro, e sicuramente vinco io.
Non vorrai dirmi che sei, anche, da più anni di me qui dentro! Si può dire che qui dentro io ci sono nato… venivo già da bambino a trovare mio padre qui dentro, pensa che in cella mi hanno riservato il suo posto.
PASQUALE: Mi fa piacere per lei che intende
continuare con le tradizioni di famiglia… comunque potremmo trovare un accordo… avrei una proposta da farle… e se ci buttassimo assieme per evitare questa diatriba e la finissimo una volta e per sempre? Che ne dice?
GIACOMO: Nulla di più sbagliato! Sbagliatissimo!!
Assolutamente no!! Di solito lo fanno gli amanti e
penso che noi non lo siamo, o no? O mi sfugge qualcosa? Non vorrai che tutti pensino che tra me e te ci sia qualcosa…? Ti immagini i giornali… “Due maschi, amanti, delusi dal loro rapporto amoroso, si gettano dalla Torretta del carcere e affogano i loro sogni infranti nel sangue… su un marciapiede”. E poi dico: ma chi ti conosce? Perché dovrei buttarmi assieme a te che non t'ho mai visto qui dentro? Non so chi sei, da dove vieni, come ti chiami!
PASQUALE: Io mi chiamo Pasquale… piacere
(porgendo la mano) e comunque sarebbe comodo perchè così potremmo dividerci la spesa…
GIACOMO: io sono Giacomo, e non ne ho per niente
piacere di approfondire questa conoscenza (rifiutando di ricambiare il saluto nascondendo la mano destra dietro la schiena). La spesa? Quale spesa? Di che spesa parli, che idiozie? Spiegati meglio!
PASQUALE: Mentre veniva su non li ha letti gli avvisi
affissi per le scale?
GIACOMO: Intanto avevo altro a cui pensare che stare
a leggere cosa c’era scritto su quei fogli attaccati alla rinfusa lì per le scale. Perché erano avvisi? E cosa c’era scritto di così importante?
PASQUALE: Giusto, giusto ne ho strappato uno mentre
salivo e me lo sono letto poc'anzi. Glielo leggo?
GIACOMO: (con voce stupita) Leggi dai leggi che sto
perdendo la pazienza! Basta che fai in fretta e te ne vai!
PASQUALE: (leggendo) “E’ fatto assoluto divieto di
buttarsi dalla Torretta di guardia. I trasgressori saranno puniti con un’ammenda di 3.000 euro quale risarcimento dei costi sociali a causa del loro insano gesto e 2.000 euro per i danni d'immagine causati al Penitenziario…”
GIACOMO: (interrompendo bruscamente la lettura)
Costi sociali? Danni d'immagine…?
PASQUALE: Certamente; si proprio costi sociali e danni
d'immagine... e non è finita qui, ci sono ancora: “Euro 500 per pulizia della strada sottostante da sangue, interiora e frustoli corporei vari”.
GIACOMO: Ma come… bisogna pagare per morire?
Tasse da per tutto. Ti chiedono soldi per vivere e ancora di più per morire. E poi anche se fosse… ti dico: Ti sembra giusto che dovrei dividere la spesa con te pagando la tua stessa somma? Queste sono ingiustizie! Ma come… io dovrei pagare la tua stessa cifra… tu sei sano come un pesce… ci vedi benissimo perché leggi così velocemente… mentre io sono un po’ miope e, soprattutto, sono malato… affetto da una cronica forma di anemia e pertanto il mio sangue sarebbe non solo poco, ma di un colore più smunto, quasi rosa e, quindi, più agevole ad essere ripulito e, sicuramente, più gradevole alla vista. Poi mi è stata già estratta la milza, un rene e metri e metri di intestino a causa di un incidente…
PASQUALE: Davanti alla morte siamo tutti uguali,
egregio signore. E per le spese non è ancora finita… un altro cartello che stava più in alto diceva che i suicidi, qui dentro, sono ammessi solo in presenza di persone fidate che non siano impressionabili alla vista di sangue o cadaveri… onde evitare che si crei confusione, schiamazzi e fastidi vari a chi magari non ha voglia di assistere a queste sceneggiate.
GIACOMO: Nient’altro?
PASQUALE: Come nient’altro? Senta questa: “Il
metodo più consigliato per il suicidio, in questo carcere, è… strozzarsi in silenzio, magari, ingurgitando qualcosa di nascosto, cercando di farsi notare il meno possibile; chi viene sorpreso a gridare durante l'atto del suicidio sarà assoggettato a una multa di 1000 euro per schiamazzi, a meno che…
GIACOMO: A meno che?
PASQUALE: A meno che sia in possesso di un
certificato medico che attesti che è affetto da crisi di panico al momento dell'insano gesto e che lo stesso non provochi gravi traumi al fisico.
GIACOMO: Spero che, a questo punto, le pratiche
burocratiche siano terminate!?
PASQUALE: Mi spiace deluderla signore ma per chi ha
proprio deciso di buttarsi dalla torretta, oltre a dover pagare una sovrattassa di 1000 euro per lusso, sarà anche obbligatorio munirsi di un documento di identità o tessera sanitaria, per evitare il solito “casino” al momento del riconoscimento dei resti spiaccicati a terra”. Ed in qualunque modo si decidesse di farla finita sarà obbligatorio rilasciare testamento dei propri averi compilato in triplice copia con bollo da 2500 euro.
GIACOMO: Ma pensano proprio a tutto…
PASQUALE: E non è finita… “Prima di compiere il
gesto estremo si dovranno versare 1000 euro per il
servizio di Autolettiga per poter raccogliere e trasportare il cadavere e 800 euro per l’intervento di pulizia della strada da frattaglie e residui vari.
GIACOMO: Decisamente la vita è davvero diventata
estremamente cara.
PASQUALE: E come vede sig. Giacomo, non solo la vita
è divenuta esageratamente cara ma, in questo caso, anche la morte. Mi permetto ricordarle la mia prima proposta… buttarci assieme era davvero un affare; anzi… insisto…
GIACOMO: Mi parlavi di avere qualcosa in comune.
Cosa… ad esempio?
PASQUALE: Siamo colleghi dopo tutto.
GIACOMO: Colleghi? Colleghi di ché?
PASQUALE: Colleghi aspiranti suicidi. Non mi dica che
lei non voleva suicidarsi, come me?
GIACOMO: Certo che salivo per suicidarmi! perchè
salivo se no…?! pensi che volevo prendere una boccata d'aria fresca? Guarda che a questo punto accetto di buttarci assieme però ad una condizione… che sia io ad avere il privilegio di lanciarsi per primo.
PASQUALE: Ha pensato al vestiario?
GIACOMO: Cosa intendi dire?
PASQUALE: Eh già… uno si butta giù… senza pensare
a quello che succede dopo. Se la immagina la scena durante la conseguente autopsia? Che direbbe il Perito Settore senza una biancheria intima dignitosa, pulita e profumata? Un po’ di rispetto, suvvia, per coloro che ci raccoglieranno.
PASQUALE: E una doccia, un clistere, uno shampoo…
se l’è fatto?
GIACOMO: Pure?
PASQUALE: Pensi a quei periti che squarteranno i nostri
corpi maciullati alla ricerca di una ovvia modalità di morte; ci ritroverebbero zozzi, con i capelli crespi e sporchi e con l’intestino pieno di escrementi.
GIACOMO: In verità a tutto questo non c’avevo
pensato. Ma non è l’abito che fa il monaco…
PASQUALE: Ma è da come ci si presenta ciò che
caratterizza un suicida. Una buona biancheria intima fa di certo un altro effetto. Guardi me per esempio… Boxer di marca; canotta di lana e cotone sulla pelle; calze in tinta col vestito. E poi, a proposito di vestito… non so se ha notato… vestito di gran moda e di puro lino… e non le dico quanto mi è costato… (mostrando il proprio l’abbigliamento in maniera vanitosa)
GIACOMO: Mi sa che tu, più che ad un volo dalla
torretta ti sei preparato per una sfilata di moda…
PASQUALE: E poi in quanto a pulizia… non so se se ne
è accorto ma tra noi due insomma…
GIACOMO: Insomma cosa?… mi sa che stai esagerando
adesso…
PASQUALE: Dignità, caro collega, dignità in vita e
dignità di fronte alla morte. Se li è lavati i denti prima di salire qui e pensare al volo?
GIACOMO: Che centrano i denti? E poi io ho la protesi
dentaria.
PASQUALE: E se l’è tolta?
GIACOMO: Perché avrei dovuto togliermela?
PASQUALE: Se lo immagina quale reperto macabro
sarebbe per chi si trovasse a raccogliere una dentiera? Certamente scaglierebbe una maledizione all’indirizzo del suicida o, nella migliore delle ipotesi, morirebbe dalle risate sminuendo così la personalità dell’interessato.
GIACOMO: A questo non avevo pensato. Sai è la prima
volta che mi capita di…
PASQUALE: Suicidarsi?
GIACOMO: Ebbene sì, lo confesso non sono aggiornato
in materia di suicidio. Mi sa invece che tu sei aggiornatissimo.
PASQUALE: Un’altra cosa…. se magari ha addosso
oggetti preziosi li tolga... ci farebbe una pessima figura… ogn’uno penserebbe che se li è tenuti per farsi notare... per fare sfarzo… mentre quando uno muore deve mostrarsi umile.
GIACOMO: Pure? In questo caso non ho problemi… non
porto niente di prezioso addosso anche perché non potrei permettermelo. Anzi qualcosa di prezioso c’è l’ho… ho in tasca una foto di mia mamma con me in braccio di quando avevo appena due anni e mezzo.
PASQUALE: Bhe la foto, quella può tenersela, anzi…
una foto della mamma fa di certo più effetto…. è di sicuro un qualcosa di commovente… sai quanta gente si commuoverà ritrovandogliela in tasca dopo la sua morte.
GIACOMO: Comunque non me ne sarei mai separato…
piuttosto non mi sarei più suicidato.
PASQUALE: A questo punto, visto che siamo entrati in
confidenza, presentiamoci come si fa tra persone educate, visto che si sta parlando da un bel pò. Io mi chiamo Pasquale La Bella… professione nullafacente e giocatore d’azzardo, ecco anche il motivo per cui sono rinchiuso qui...
GIACOMO: Piacere di conoscerti… Giacomo Vita,
(tendendogli la mano) professione ladro incallito ma sempre alla disperata ricerca di soldi per mantenere la famiglia. Ecco il mio motivo per cui sono qui.
PASQUALE: Certo che con questi cognomi: io… “La
Bella” e lei… “Vita” facciamo proprio una bella coppia anzi: “La bella vita”. Ha Ha Ha (ridendo). E che bella vita… direi.
GIACOMO: Nullafacente, quindi una vita comoda e
rilassante… e vorresti suicidarti?
PASQUALE: La noia, caro Giacomo, la noia che come
nebbia autunnale ti isola, ti lascia in compagnia solo di te stesso e di una vita vuota e insulsa. Senza scopi, senza progetti, senza speranze, senza…
GIACOMO: Senza lavorare, senza preoccupazioni,
senza qualcuno che vuole appropriarsi della tua vita. Questi non sono problemi… questa è fortuna.
PASQUALE: E’ vera noia, caro Giacomo… è solitudine,
è adagiarsi in se stesso senza che qualcosa fuori dalla finestra ti attragga o almeno ti turbi… il rincorrersi delle stagioni, fotocopia una dell’altra, senza l’attesa di un evento che ti scuota, senza sorrisi di speranza, senza la gioia di un passato da ricordare con piacere… tutto questo mi ha portato al vizio del gioco.
GIACOMO: Ma senza cambiali, senza protesti, senza
insoluti, senza che la mano del creditore è tesa ad
attanagliarti e l’incubo del fallimento è il tuo sogno ricorrente. Io non ho mai visto un soldo in vita mia, da questa vita ho ricevuto solo disgrazie.
PASQUALE: Quali disgrazie… mi dica pure. Mi fa
qualche esempio?
GIACOMO: Dei miei compleanni la mia famiglia non se
ne è mai ricordato e non mi ha mai festeggiato, ma di quello che mi è successo al mio ultimo compleanno non lo potrò mai dimenticare. Non mi sono mai sentito peggio in vita mia. “Vado in cucina per la colazione, sperando che mia moglie almeno questa volta, al mio quarantesimo anno se ne sarebbe ricordata e almeno questa volta mi avrebbe fatto gli auguri e forse mi avrebbe anche regalato qualcosa, invece, non mi dice neanche “Buon Giorno”. Mi sentii davvero male ma poi pensai: “Beh, questo e’ quello che fanno le mogli”. I bambini se ne ricorderanno. Arrivano per la colazione e non dicono una parola.
PASQUALE: Bhe sono cose che capitano.
GIACOMO: No ma il problema non è stato quello.
Uscendo per andare a cercare lavoro, o almeno portare da mangiare, come cercavo di fare sempre, mai come allora, mi sentivo ancora più depresso e nervoso. Per strada incontrai un'amica di mia moglie che mi disse: “Buongiorno e buon compleanno”. Cominciai a sentirmi, leggermente, meglio, e pensai tra me e me: Finalmente qualcuno che se ne è ricordato. Poi mi disse: “E’ una giornata così bella ed e’ il tuo compleanno, perchè non giriamo un po' e poi magari ce ne andiamo su da me a mangiare qualcosa?”. Io le risposi: “Certo, e’ la cosa più bella che ho sentito da stamattina, andiamo”. Andiamo subito godiamoci questa giornata.
Dopo aver fatto una bella passeggiata lei mi fa: “Adesso andiamo a mangiare qualcosa… andiamo a casa mia”. Ovviamente, subito, le risposi di si. Dopo essere arrivati a casa sua, bevemmo un paio di whisky, fumammo qualche sigaretta e lei mi disse: “Se non ti dispiace, credo che sia meglio se vado un momento di là nella stanza da letto a mettermi addosso qualcosa di più comodo per cucinare...vedrai che ci sarà una bellissima sorpresa per te”. Anche questa volta, pienamente d’accordo, le risposi: “Certo, fai pure”. Lei andò nella stanza da letto e dopo qualche minuto ne uscì fuori portando una immensa torta di compleanno, seguita da mia moglie e dai miei bambini che s’erano nascosti per la sorpresa. Tutti cantavano “Tanti auguri, tanti auguri a te” ed io ero lì, sdraiato sul divano ... con niente addosso, nudo come un verme, tranne i calzini...e con delle bave che mi colavano su tutto il divano. Io chissà che pensavo che dovesse accadere … mi capisci? m’aveva invitata a casa sua, da soli, mi parlava di sorpresa. Invece mi sono sentito un verme… lì nudo davanti a mia moglie e soprattutto ai miei bambini.
PASQUALE: Capisco; decisamente una brutta
situazione.
GIACOMO: Drammatica vorrai dire…
PASQUALE: Mai come la mia… comunque.
GIACOMO: Perchè a te che ti è successo?
PASQUALE: Esattamente il contrario di quello che è
successo a lei, ma questa volta non è stata sua moglie ad avere le corna, ma è capitato a me. La mia fidanzata mi ha tradito con un “vu cumprà” qualsiasi. Ascolti: Io ero spesso in giro per motivi di lavoro e mi capitava che per mesi e mesi non riuscivo a vedere la mia ragazza. All’improvviso, un giorno, mi disse che lei era incinta di me ed io ne fui davvero contento, non stavo più nella pelle, aspettavamo un figlio tutto nostro… non esiste gioia più grande anche se non eravamo ancora sposati. Ma poco importava.
GIACOMO: Certo… un figlio… non c’è niente di più
bello.
PASQUALE: No il bello viene adesso: Quando partorì
immagini che amara sorpresa mi attendeva. Vado in clinica per vedere per la prima volta il bambino e vedo che era tutto nero. Le chiedo subito spiegazioni e lei, più tranquilla che mai, mi dice: “Eh... vedi, caro, il fatto e’ che quando e’ nato non avevo latte in seno e l’ho fatto allattare da una balia nera. Appena il bimbo ha bevuto è diventato subito come lei”. Per la fiducia che ho sempre avuto in lei, e frastornato da quell’evento, sono rimasto sì un po’ perplesso ma ho voluto credere alle sue parole. Poi, passato qualche giorno, pensa e ripensa, vado a casa di mia madre e le racconto i miei dubbi. Le faccio: “Mamma, secondo te e’ possibile una cosa del genere?”. È possibile che dal latte di una balia nera il bambino mi sia diventato tutto nero? Mia madre è rimasta un attimo in silenzio e poi mi dice: “Ma certo tesoro che e’ possibile, anzi ti dirò di più; sappi che la stessa cosa è capitata anche a me”. A quelle parole sono rimasto alquanto interdetto, e mia madre: “Certo, proprio quando sei nato tu... vedi, io non avevo più latte e ti abbiamo dato quello di mucca e sta di fatto che tu adesso hai le corna”.
Furono quelle parole di mia madre che mi fecero capire che effettivamente ero diventato cornuto. Avevo le corna, capisce? (ENTRA GIOVANNI)
GIOVANNI: (amico di cella di Pasquale sale sulla
torretta, anche lui benvestito) Sbaglio o si parla di
corna da queste parti?
PASQUALE: Ma, Giovanni, che ci fai qua?




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Scrittura creativa scritta il 10/04/2013 - 12:20
Da Luigi Bellotta
Letta n.1465 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


tutta la storia è composta da n. 5 parti. Seguitele che sono molto scorrevoli da leggere e divertenti.

Luigi Bellotta 11/04/2013 - 11:16

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