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UN AMORE SUL WEB

Le istruzioni sono:

UN AMORE SUL WEB (social network, siti…ecc.. ) - scrivi una storia d’amore che nasce sul virtuale …. e poi ….fai tu.


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DIETRO UN MONITOR

DIETRO UN MONITOR.


Aveva 33 anni suonati, e un lavoro precario da insegnante. Il suo appartamento, era una specie di buco, con una cucina, un salotto minuscolo, e una camera, che usava anche da studio. E si era appena lasciato. Riassunto della sua vita: uno schifo. Era al PC, per perdere un po' di tempo e seguendo un impulso s'iscrisse ad un sito d'incontri.


Ines se ne stava in camera sua, la radio accesa e la testa vuota. Il quaderno degli esercizi, lasciato a metà. A scuola era stata una giornata pesante, ma non negativa. Un suono dal PC la riscosse. Chi poteva essere? Si alzò e andò a controllare. Qualcuno le aveva scritto sul sito s'incontri a cui si era iscritta tempo fa. Nessuno le aveva risposto prima e lei se ne era quasi dimenticata. Aprì il messaggio.
– Ciao – che approccio originale, pensò...ma forse poteva rispondere, lui era in chat, e lei non aveva nulla da fare.
– Ciao... – Voleva proprio vedere come se la sarebbe cavata.
– Ti disturbo? – Lei ci pensò un attimo.
– No. Chi sei? – Gli scrisse.
– Marco. Tu? – Era veloce a rispondere, ma di poche parole.
– Ines. Cosa stai facendo, ora? –
– A parte scriverti? Non molto. Correggevo dei documenti. Tu invece? –
– Ascolto musica. – Le faceva un po' strano portare aventi una conversazione così alla cieca, con uno sconosciuto.
– Davvero? Che musica? –
– Quella che passa la radio. –


Marco continuava a fissare il monitor. Dunque era così facile? Non era un fan di quel tipo di siti, ma...forse non erano un male. Erano utili per riempire le serate vuote.
– Che musica ascolti di solito? – Le scrisse un po' per avere un argomento, un po' perché era curioso.
– Mah rap...e qualcosa di rock. Tu? Ti piace la musica? – “Rap”? “Rock”? Pensò...vada per il rock, ma il rap era musica?
– Un po' di tutto. – Rispose tenendosi sul vago.
– E che vuol dire?-- Che doveva risponderle?
– Che preferisco il rock, quello “puro”, ma se è un brano ascoltabile non mi preoccupo del genere.
– Ok. – Bene, e ora cosa doveva fare? La conversazione era morta così?
Dopo un po' gli arrivò un link.
– Ascolta questo. È uno dei miei preferiti. – Provò a cliccarci sopra e la musica invase la stanza. Era un pezzo di qualche anno fa, che aveva sempre classificato come un miscuglio di generi, ma a riascoltarlo non era poi così male.
– Bel pezzo. – Le scrisse.
– Come vedi, anch'io ascolto qualcosa fuori, dai miei generi. –
– Fa bene spaziare, no? – Le scrisse, più che altro per tirarsi d'impaccio, non si sentiva molto a suo agio, ma non voleva troncare la conversazione così.
– Senti Marco, perché mi hai scritto? –
– Mi ha colpito la tua descrizione. –
– Davvero? – Chiese scettica.
– Sì. Non mi aspettavo nulla di simile. L'ho letta e ho pensato, devo scriverle, anche se mi manda al diavolo! – Scrisse, giocandosi la carta della sincerità, sentiva che poteva essere sincero.
– Sei stato fortunato! Ti ho risposto! – Replicò lei aggiungendo qualche faccina. Come doveva rispondere? Ci pensò su, e poi scrisse una risposta spiritosa, poi quasi senza accorgersene iniziò una fitta conversazione, sui temi più disparati.


Marco era nella sua stanza, e mentre preparava la lezione, faceva fatica a concentrarsi. Continuava a fissare l'orologio, perché ormai mancava poco al momento in cui avrebbe potuto chattare con Ines. Non avrebbe mai pensato che potesse accadere una cosa simile, ed invece era accaduto. Parlavano, anche se solo per chat, da parecchi giorni, ed era diventata una specie di abitudine, si sentivano di sera, e andavano avanti chattando fino a tardi, una volta avevano chattato per tutta la notte... e per fortuna che il giorno dopo non aveva lezione...altrimenti avrebbe fatto una ben misera figura con i suoi studenti. Ma parlare con Ines, gli piaceva e tanto. Con lei si sentiva libero, non doveva fingere, sentiva che lei lo capiva, e non lo giudicava. E a lui piaceva leggere delle sue passioni, di come passava il tempo, delle serate coi suoi amici, ma parlavano di tutto, ed era piacevole, avevano interessi comuni, ma anche punti di vista opposti e mai si sarebbe immaginato di discutere con qualcuno che non vedeva, eppure era accaduto anche quello. Un suono lo riscosse, lei si era collegata.


Ines era al computer, a scuola aveva avuto una giornataccia....chissà se poteva dirlo a Marco? Parlavano poco di quello che facevano la mattina, perché di solito c'erano tante cose da dire e restava poco tempo per il resto. Marco. Era una storia strana, se ci pensava. Non l'aveva mai visto né aveva sentito la sua voce, era come se non esistesse, eppure era diventato parte della sua vita, non poteva immaginare di non passare le serate a chattare con lui, era divertente, ma soprattutto a lui si sentiva libera di dire tutto.
– Oggi è stata una giornataccia! – Gli scrisse.
– Davvero? Racconta! – Neanche lui ne aveva avuta una buona, ma gli faceva piacere che lei si fidasse.
– Ecco, a scuola un professore... –


“Scuola”. “Professore”. Quelle parole sembravano ingigantirsi sullo schermo e lui faceva fatica a digerirle. Tutto il tempo che avevano passato a scriversi, eppure mai gli era venuto un mente che lei potesse essere una studentessa. Cosa doveva fare? Chiuse gli occhi. Doveva risponderle, ma cosa, come? Era preso da lei, più di quello che poteva sembrare. Ma era giusto continuare? Trasse un sospiro. Ma prima di rendersene conto si ritrovò a scrivere:
– Che professore tremendo! Cosa insegna? –
– Chimica...Non te l'ho mai chiesto...tu cosa fai? –
– Sono un professore. –
– Ah, ah, ah. Non dirmi che sei serio! – Gli scrisse. Si sentì perso.
– Be' sono serio sì...forse ora non vorrai più scrivermi.


Ines non se lo aspettava, così il suo Marco, che come immagine del profilo aveva lo scudetto della sua squadra e la faceva ridere con le sue battute era un professore. Il mondo le crollò addosso. Ora doveva scrivergli che non voleva più sentirlo. Semplice, no? Ma al solo pensiero ci stava male. In fondo loro parlavano, che male c'era? Ma la verità è che non se la sentiva di troncare la cosa lì. Lui le sarebbe mancato.
– Voglio continuare a parlare con te. – Gli scrisse.
– Anch'io. – A quella risposta trasse un sospiro di sollievo.


Due mesi. Erano passati due mesi. E ora se ne stava col volto scuro e la mente vuota a guardare il monitor. Era agitato, ed era sciocco, ma non poteva farci niente. In quei due mesi Ines gli era entrata nel cuore. Ma da qualche giorno aveva scoperto qualcosa che l'aveva sconvolto. Lei era una delle sue studentesse! Dietro l'avatar del gattino, si celava una sua alunna, e lui lo aveva scoperto per caso. Dannazione! Aveva anche pensato di chiuderla, quella storia, ma non voleva chiuderla affatto, perché se ne era innamorato. Se pensava a come era stato geloso, quando lei gli aveva parlato del supplente carino...e ora si dava dello stupido: era stato geloso di sé stesso! Ma il problema restava. Quella storia, sembrava assurda, ma non l'avrebbe cambiata per nulla al mondo. Cosa doveva fare? Un messaggio. Lei era collegata.


– Voglio incontrarti. – Scrisse.
– Ok. Quando? – Ines si sentiva un po' inquieta.
– Tra mezz'ora al parco. – Perché tanta fretta?
– Mezz'ora? Non è troppo presto? –
– Ecco... Ines, voglio guardarti negli occhi, mentre parliamo. Chiedo troppo? –
– No. – Anche per lei stava diventando scomodo, scrivergli senza averlo mai visto.
– Allora ti aspetto accanto alla fontana.
--Ci sarò. – Bene. Il più era fatto. Ora doveva affrontare la realtà.


Marco era lì da un po'. Cosa sarebbe successo? Lei si sarebbe presentata o gli avrebbe dato buca? O peggio, sarebbe scappata non appena l'avesse visto? Gli ultimi giorni, coi dubbi che lo divoravano erano stati orribili, ma quell'attesa era un inferno. Non ricordava si essere mai stato così nervoso, come lo era in quel momento. Gli sudavano le mani e aveva il fiato corto, manco avesse corso chissà quale maratona! E forse temeva di dover affrontare il suo peggiore incubo. Sapeva di essersi innamorato e che mai era stato preso da una storia così seriamente, ed era pronto a passare sopra ogni cosa, in fondo lei era all'ultimo anno, e presto non sarebbe stata più la sua alunna, ma lei lei? Come avrebbe reagito lei? Non lo sapeva e il dubbio lo torturava, lo divorava dentro...chissà se l'avrebbe riconosciuto? Si sentiva invecchiato di 10 anni, si disse, ma l'auto ironia non lo aiutò a calmarsi. Poi la vide. E lei vide lui. Meccanicamente le andò incontro.


Ines era paralizzata. Davanti a lei c'era il supplente di storia. Quante volte in quei mesi si era detta che era un bell'uomo? E quante volte aveva sperato che Marco gli somigliasse un poco? Eppure si sentiva un po' intimorita. Fuori dalla scuola, lui aveva un aspetto diverso. Sembrava più giovane e ancora più bello.
«Professore... lei è....» Marco sorrise.
«Quanta formalità, Ines!» Le rispose ridendo.
«Allora sei tu, Marco.»
«Sì. Hai voglia di scappare, ora che lo sai?»
«No. Ma tu lo sapevi?»
«Da qualche giorno. Per questo ti ho chiesto d'incontrarci.»
«Capisco.» Gli lanciò un occhiata incerta.
«Forse dovrei aspettare a dirlo, ma tu sei molto importante per me.»
«Davvero?»
«Sì. Mi sono innamorato prima di sapere chi eri. E ora non voglio rinunciare a te.»
«Neanch'io.»
Si guardarono negli occhi. Ormai non servivano altri chiarimenti. I loro cuori si erano riconosciuti. Si presero per mano e sparirono tra la folla, ansiosi di parlarsi senza più il filtro del monitor a dividerli.




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Scrittura creativa scritta il 31/08/2018 - 12:36
Da Marirosa Tomaselli
Letta n.883 volte.
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Commenti


...Questa è una vera e propria storia d'amore nata sul web...
brava, in particolare nei dialoghi che fai sempre molto bene
Un abbraccio

Grazia Giuliani 03/09/2018 - 21:33

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