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Ginevra

Cantando a lieto fin su pe’ li pendii villosi
in serbo al cor sussurrante del viso tuo,
ah..che pensier maestosi d’amor reggevo
il sogno mio della beltà stringevo;
Lungo le rive dell’antico poggio
lo sguardo d’infinito avvolge
e chiama il sol a dar tepore e gentil luce
ov’io ti guardassi nel volto e nella voce.



Se il tempo mio fosse di era errante
laggiù, tra castelli e tramati amori
ove il canto della dama al brunir del giorno
sentir al petto e lusinghe al cor nascon,
co’ patiti sospir e incroci d’ombre giacion
sopra un lembo di prato in veste di profumato fior.



Gioia di carezza al petto e al pensier portavo
con sussurri di lacrimata speme,
la vita e il vasto impero nullo era al tuo volto;
amori che sol col pianto e ricordo folto,
ricordi or caduti dal pesante andar con gli anni
e or una nebbia vita ti serra negli inganni.




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Opera scritta il 30/01/2016 - 17:11
Da Adriano Felice Trestini
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