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Ombre dell’acqua

Disperdete ancor il vermiglio vostro
sui lastricati passati,
sui confini delle ingiurie .
sopra gli sterminati dialetti di ombre umane.
Oh..! quale tragico pericolo
scompiglia pensieri e spegne visioni;
che malattia, che lacrimata vita
il digiuno della libertà
speronata da cavalieri della grandezza
amanti di una fuga
oltre il vuoto del loro pensiero.


Non il pianto che gravoso ombreggia
punti osceni e gravide speranze
ma,
Ombre dell' acqua, cambiano i colori,
si tingono e si vestono sopra palchi
con parole profumate, ma scalze;
e questa veggenza non chiara
urta, le massicce colonne
come le righe di un lungo libro
e chiude allor il millesimo capitolo.
Di vaghi spazi e soggiogate idee
il tutto nostro invaghisce
oltre onde:
implacabile piaga, medicata,
sepolta e risorta;
ecco il germoglio vita:


Passato di schegge di dure rocce,
A incroci di duri metalli,
A colonne di fumo oltre le nubi.

Non guardate più il sole che cade
da alture diverse,
dissaldate i linguaggi e aprite le braccia,
le nostre arene ruggiscono
hanno fame e sete;
infinito censimento di un' infinita sorte.




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Opera scritta il 22/02/2016 - 19:02
Da Adriano Felice Trestini
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